LUOGHI E TOPONIMI DELLA SARDEGNA Abba idolza (Bosa, Buddusò/Pattada, Pozzomaggiore, Sindia): «acqua bevibile o potabile», deriva da un lat. *bibitoria, a sua volta dal lat. bibere.
Abba ruinada (Pozzomaggiore): «acqua rugginosa»; [ruinadu-a «rugginoso-a» participio di (ar)ruinare «arrugginire», a sua volta dal lat. aeruginare]. Vedi Untana rughiná (Oliena).
Abbádiga (Ozieri): corrisponde all’appellativo báttica (Orosei), báthica (Oliena), (b)áttiha (Dorgali) «aiola d’orto», che deriva dal lat. aquatica (NVLS).
Abbádigos, sos, (Bonorva): «i siti di sorgive», che deriva dal lat. aquaticus.
Abbasanta (villaggio della prov. di Oristano). L’abitante Abbasantesu o Abbasantinu.– Il toponimo letteralmente significa «Acqua Santa» e di certo prende nome da una antica sorgente di acqua medicamentosa o ritenuta tale. È quasi certo che il centro abitato risulti citato dal cosiddetto «Itinerario di Antonino» – compilato sotto l’imperatore romano M. Aurelio Antonino, detto “Caracalla” (211-217 d. C.) – con la indicazione ad Medias. Molto probabilmente questa locuzione è da intendersi ad medias vias, dato che Abbasanta si trova quasi esattamente nel punto intermedio della strada romana che portava da Cagliari a Porto Torres (a Karalibus Turrem) (infatti fra Fordongianus e Abbasanta esiste tuttora un lungo tratto di questa strada, il quale fiancheggia la carrozzabile odierna) e inoltre all’incrocio di un’altra strada che arrivava da Tharros e di una terza che arrivava da Austis (vedi).- Notevole è ad Abbasanta il toponimo Marinzane, il quale deriva chiaramente dal gentilizio e cognomen lat. Marinianus (RNG), in caso vocativo (UNS 160).- Il paese risulta citato per gli anni 1341, 1342, 1346, 1350, 1359 fra le parrocchie della diocesi di Santa Giusta che versavano le decime alla curia romana (RDS 408, 953, 1367, 1627, 1833, 2455, 2811) e dopo nel 1388 fra i villaggi i cui rappresentanti sottoscrissero la pace fra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona (CDS I 839/2). Inoltre è citato nella Chorographia Sardiniae (140.7; 198.10) di G. F. Fara (anni 1580-1589) come oppidum Aquae Sanctae.- Nell’Ottocento l'”altipiano di Abbasanta” veniva chiamato «Campidano del Marghine» (Vittorio Angius, s. v. Macomer).
Abiadori, Abiadoru, l’, (scritture errate Labbiadori, Abi d’Oru) (frazione di Olbia) – Il toponimo corrisponde all’appellativo log. abiadòra, abiadóru «gruccione, merope», l’uccello mangiatore di api (abes) (Mauro Maxia). Anche altri nomi di località sarde derivano da quello di un uccello: cfr. Baratili, Girasole.
Accettori, Punta s’Accettori (Tertenia), Acchettores (Cuglieri), s’Acchettore (Bonorva); antroponimo mediev. Ackettore, Ackectore, Achetore; Accattore (Aidomaggiore), Acchitora (Loiri, antico Acchetoru; NGAO): corrispondono al sost. acchettore «falchetto, gheppio, sparviero», che deriva dal lat. acceptore(m) (REW 68; UNS 211; NVLS).
Acchitora (Loiri), antico Acchetoru (NGAO), variante dell’appellativo acchettore «falchetto, gheppio, sparviero»; toponimi Accattore (Aidomaggiore), Achetores (Cuglieri), s’Acchettore (Bonorva), Punta s’Accettori (Tertenia); antroponimo mediev. Ackettore, Ackectore, Achetore; deriva dal lat. acceptore(m) (REW 68) (UNS 211).
Acchittugliola, l’, (Olbia) (NGAO) probabilmente «piccolo gheppio, piccolo sparviero». Vedi Acchitora.
Acqua fredda, castello di Acqua fredda (Siliqua) (Aqua frigida nell’Ottocento; VSG) – Il toponimo è chiaramente in contrapposizione con la vicina Acquacadda (vedi) e ormai ha una forma linguistica del tutto italiana (Artizzu, Opera S. M. 85).
Acquacadda (frazione di Nuxis, Sulcis) – Il toponimo significa chiaramente «acqua calda o termale»; il secondo componente cadda «calda» deriva dal lat. cal(i)dus-a (NVLS).
Addanas (Bonorva, Cossoine): «noccioli» (plur.), corrisponde a oddana «nocciolo, nocciola» (pianta e frutto), che deriva dal lat. avellana (NVLS).
Agellu (Porto Torres, prominenza di terreno dove risulta costruita la basilica di San Gavino) – Il toponimo deriva chiaramente dal lat. agellus «campicello», che è il diminutivo di ager «campo». Vedi Agheddu (Bosa), Aeddo/u (Bonorva, Orotelli).
Aggius (Ággius, log. Ággios, Azos, gallur. Ággju) (Comune di A., Gallura). L’abitante Aggesu, Azesu. Si può supporre che sia un toponimo prediale, che cioè in origine indicasse la villa «tenuta o fattoria» di un proprietario romano Allius, gentilizio che risulta realmente documentato, sia pure non in Sardegna (RNG). Il toponimo più tardi sarà diventato plurale per indicare i familiari o i coloni del proprietario. In via subordinata prospetto che il toponimo corrisponda al plur. dell’appellativo log. azu «aglio», il quale deriva dal lat. alliu(m) (NVLS).
Aggoddi, para d’ (Sorso), Monte d’Accoddi (Sassari): potrebbe derivare dal lat. collis «colle», oppure dal gentilizio lat. Collius (RNG; al vocativo) di un proprietario romano di Turris Libisonis. Cfr. cognome Goddi.
Aghilói, Aghiloja (Monti/Telti) (NGAO) probabilmente toponimo sardiano o protosardo (suffissoide –ói) = «aquila, aquilastro, aquilone», da confrontare – non derivare – col lat. aquila (praticamente di origine ignota; DELL, THLL, DEI, AEI, DELI), aggettivo aquilinus; ital. aquilone vento di Nord-Nord-Est, che deriva dal lat. aquilo,-onis; tosc. aquilastro «falco pescatore» (suffissi -in-, -on-, str-; LLE, Norme 5, 7). Cfr. la denominazione dei personaggi storici Aquilius Tuscus (magistrato) e Iulius Aquila (autore di un’opera sulla disciplina etrusca). Vedi gli antroponimi lat. Aquilinius, Aquilinus, Aquilonius (RNG) da confrontare con quello etrusco Acvilna (LELN 51; DETR 28; DICLE 35).
Aglientu (Comune di A., Gallura). L’abitante Aglientinu. Il toponimo, che esiste anche a Padru (NGAO), corrisponde all’antico gallur. aglièntu «argento» (nel gallur. odierno si dice argèntu; VTI), che deriva dal còrso arghjèntu, argèntu, a sua volta dal lat. argentu(m). Siccome non risulta che nella zona siano state mai trovate e aperte miniere di argento, siamo indotti a pensare che nel toponimo ci sia il riferimento a qualche filone di schisto, tipo di roccia che riflette una luce brillante quando è colpito dal sole (cfr. Gennargentu).- Il borgo esiste soltanto da 150 anni circa, come effetto dell’aggrupparsi della popolazione degli stazzi vicini attorno alla chiesa di San Francesco. E infatti sino a qualche anno fa il paese si chiamava San Francesco d’Aglientu.
Agrustos (stazzo di Budoni) – Per questo toponimo sono possibili due spiegazioni: 1ª) Può corrispondere al plurale dell’appellativo agrustu «lambrusca, vite selvatica» (Oliena), relitto sardiano o protosardo da confrontare – non derivare – con l’ital. abròstine e col lat. la(m)brusca, di origine ignota (NPRA 135) e dunque probabilmente “fitonimo mediterraneo”; 2ª) Può corrispondere all’appellativo log. agrustu, nuor. argustu, arbustu «pergolato, pergola d’uva», che deriva dal lat. arbustu(m) «piantagione di alberi, in genere, e in particolare di olmi, per tirarvi su le viti» (LCS I 99, NVLS).- La spiegazione del toponimo come derivato da una locuzione lat. Augustos Populos, che è entrata anche nelle carte dell’I.G.M. 1:100.000 e perfino nell’opera di D. Panedda, L’agro di Olbia nel periodo punico e romano (Roma 1954, pg. 47), non ha alcun fondamento né giustificazione e pertanto è da respingersi.
Agugliastra – Isolotto di porfidi rossi eruttivi posto al centro del Golfo di Arbatax (Ogliastra). Il toponimo deriva da un lat. *aquilastra «aquila di mare» [cfr. sardo abbilastru «aquilotto, gheppio, sparviero, uccello rapace in genere» (NVLS), ital. aquilastro «falco pescatore», siciliano aquilastra «aquila anatraia»; DEI, GDLI, LEI], ma con l’intrusione dell’ital. aguglia, guglia riferito a qualcuno dei suoi scogli. Si deve escludere assolutamente che Agugliastra derivi da Ogliastra o viceversa (errato CS 39-40). Cfr. Auglia.
Aidomaggiore [localmente (B)Idumajòre, nell’Ottocento Áidu Majore] (paese dell’Altipiano di Abbasanta, prov. di Oristano). L’abitante Aidumajoresu.- La odierna denominazione del villaggio è effetto di una traduzione italiana pasticciata, per il motivo che traduce il secondo componente del toponimo ma non il primo. Il sardo ághidu, áidu «varco, passaggio, breccia nella recenzione di un podere chiuso» deriva dal lat. aditu(m) (NVLS). Pertanto si comprende che Áidu Majore indicava il «passaggio maggiore o principale» per scendere dall’altipiano di Abbasanta verso il guado più importante del fiume Tirso (VSG), guado ormai scomparso come effetto della creazione del lago artificiale di Omodeo.- Non sono riuscito a rintracciare una attestazione del nostro villaggio precedente all’anno 1388, quando esso risulta fra i villaggi che sottoscrissero la pace tra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona (CDS I 839/1). Il paese risulta citato anche nella Chorographia Sardiniae (198.10) di G. F. Fara (anni 1580-1589), però nella forma errata di oppidum Ardi Maioris, della diocesi di Santa Giusta e della Parte di Ocier Reale.
Ajone, s’, (Pattada): (b)ajone, vajone, bejone «concolina di sughero non lavorato lasciata nelle fonti per comodità dei passanti», «tagliere di sughero per l’offerta di carne cotta», «grande pezzo di sughero non lavorato usato come recipiente rustico», probabilmente relitto sardiano o proto sardo (suffisso) da confrontare – non derivare – col còrso baja, vaja «recipiente di legno cerchiato a ferro per le olive» e probabilmente col tosc. paiolo (di origine incerta) (LISPR, NVLS). Vedi Bejone (Orune).
Alà dei Sardi (Comune di A.). L’abitante Alaesu, Alavesu, Alainu. Il borgo è stato chiamato in questo modo evidentemente al fine di non essere confuso con gli altri due borghi Ala (Trento) e Ala di Stura (Torino). Si pronunzia anche Aláe, Alái, Elái (VSG), con una vocale paragogica o epitetica aggiunta al fine di evitare la caduta dell’accento sull’ultima sillaba (ossitonia), non consentita dalla fonetica del latino e del sardo come lingua neolatina (GSN §§ 8-13). In virtù appunto di questa sua accentazione il toponimo deve essere ritenuto sardiano o protosardo (cfr. Azzanì, Barì, Belvì, Bidonì, Buddusò, Gonnosnò, Lodè, Oviddè, Senorbì, Tiriddò, Torpè, Tortolí, ecc.). La qual cosa è confermata dal fatto che l’etnico Alaínu è caratterizzato da un suffisso che era conosciuto anche nella lingua latina, ma probabilmente era derivato dalla lingua etrusca – affine a quella sardiana – proprio come negli altri etnici Buddusoínu, Lanuseínu, Lodeínu, Oroseínu, Torpeínu, Urzuleínu, ecc. (UNS 215). Il nostro toponimo trova riscontro negli altri tre Alái (Lanusei, Neoneli, Ussassai). Siccome anche in Sardegna nella loro grande maggioranza i toponimi derivano da altrettanti fitonimi o nomi di piante, non è inverosimile che Alá(e), Alái sia da confrontare – non derivare – col lat. ala,-ae «inula» (Inula helenium L.; pianta erbacea medicinale presente anche in Sardegna, NPS 89), fitonimo di origine ignota e quindi probabilmente “mediterraneo” (NPRA 8). Nell’altro toponimo s’Alae torta (Bottidda/Burgos) il participio torta «torta, storta, attorcigliata» potrebbe riferirsi al modo di estrazione del succo della pianta, adoperato come medicinale.- Dal toponimo Alà e precisamente dalla sua forma Elái è probabilmente derivato il cognome sardo Lay, Lai (CSSO, DICS); e infatti il paese in documenti medievali è citato anche come Lay (RR 1316 e 1323). Inoltre esso è citato fra le parrocchie della diocesi di Castro che nella metà del sec. XIV versavano le decime alla curia romana (RDS 194, 882, 1716), come Ella, da pronunziarsi evidentemente Elá. Tra i villaggi che sottoscrissero la pace fra Eleonora d’Arborea e Giovanni d’Aragona del 1388 risulta come Ala (CDS I 831/2). Ed ovviamente è citato anche dalla Chorographia Sardiniae (130.14; 184.3) di G. F. Fara (anni 1580-1589).
Albagiara (villaggio della prov. di Oristano) – Si tratta della nuova denominazione data di recente (anno 1964) al villaggio Ollasta Usellus, evidentemente perché lo si voleva distinguere bene dall’altro villaggio chiamato Ollastra Simaxis (vedi). Lo confesso: ho faticato non poco per afferrare il significato effettivo che i coniatori della nuova denominazione hanno voluto intendere, però non sono affatto sicuro di averlo veramente afferrato. Sembra che i coniatori abbiano preso e unito due mozziconi di due toponimi che erano stati proposti a seguito di un referendum fra gli abitanti del villaggio, forse con lo scopo di intendere e di significare «Alba (della) Giara». Il villaggio infatti è situato a occidente e ai piedi della Giara di Gesturi, dalla quale per il villaggio sorge appunto l’«alba» per buona parte dell’anno. Sembra anche che questa neoformazione toponimica implichi, secondo i suoi coniatori, pure una denotazione beneaugurante, dato che fa riferimento alla Giara di Gesturi, ormai molto nota in Sardegna e anche fuori, perché ci vivono ancora i famosi cavallini selvaggi; neoformazione dunque concepita e fatta anche ai fini di una promozione turistica del villaggio… Sentiti auguri per il villaggio.
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LUOGHI E TOPONIMI DELLA SARDEGNA by MASSIMO PITTAU
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Massimo Pittau (Nuoro, 6 febbraio 1921) è un linguista e glottologo italiano, studioso della lingua etrusca, della lingua sarda e protosarda. Ha pubblicato numerosi studi sulla civiltà nuragica e sulla Sardegna storica. Le sue posizioni riguardo al dialetto nuorese (massima conservatività nell’ambito romanzo) sono vicine a quelle del linguista Max Leopold Wagner con cui è stato in rapporto epistolare. Nel 1971 è entrato a far parte della Società Italiana di Glottologia e circa 10 anni dopo nel Sodalizio Glottologico Milanese. Per le sue opere ha ottenuto numerosi premi.
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- File Size: 1919 KB
- Print Length: 536 pages
- Publisher: IPAZIA BOOKS (December 1, 2015)
- Publication Date: December 1, 2015
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- Language: Italian
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Source www.ipaziabooks.com