Il lupino è una stupenda pianta ornamentale che cresce sia spontanea che coltivata. Si tratta di una leguminosa il cui nome botanico completo è Lupinus albus, per quanto riguarda la varietà bianca. Il lupino, infatti, annovera altre due varietà: il lupino giallo, Lupinus luteus e il lupino blu, Lupinus angustifolius. Questa pianta appartiene alla famiglia delle Papilionacee. Il lupino è originario dell’Europa mediterranea e del Medio Oriente, dove è tutt’ora presente. In passato, i suoi semi venivano usati come foraggio per gli animali. Per l’alimentazione umana venivano tostati in modo da essere utilizzati come sostituti del caffè. Il lupino è una pianta adatta all’alimentazione umana per il suo elevato contenuto di proteine ed il bassissimo contenuto di grassi, che lo rendono migliore della soia, che, invece, contiene il 23% di grassi contro appena l’8% del lupino. Quest’ultima pianta si presenta con un fusto eretto, alto fino a un metro e mezzo e foglie alterne formate da un solo picciolo che contiene da cinque a nove piccole foglie lanceolate e ovali coperte da lieve peluria nella parte inferiore. I fiori sono grandi e raccolti in rami vistosi, di colore bianco, giallo e azzurro, in base alla varietà. Il frutto è un legume che contiene da tre a sei semi, i cosiddetti “lupini”. La pianta predilige i terreni molto acidi e ben drenati, mentre muore o marcisce in quelli calcarei. Matura in estate, tra giugno e luglio e la raccolta avviene in autunno. L’utilizzo del lupino come alimento e come rimedio officinale è stato spesso trascurato per via dell’assenza di studi specifici sulle sue proprietà che solo recentemente sono state oggetto di alcune ricerche finanziate dalle autorità sanitarie europee.
Il lupino contiene sostanze tossiche: la lupinina e la più pericolosa lupaina. Si tratta di alcaloidi che conferiscono un sapore amaro ai semi e che se ingeriti possono scatenare reazioni allergiche provocando persino la morte. Prima di impiegarli per fini erboristici o culinari, infatti, i semi di lupino vengono trattati per eliminare completamente gli alcaloidi tossici. I semi sono proprio la parte del lupino usata sia per fini alimentari che per scopi erboristici. Oltre agli alcaloidi, contengono anche resine, vitamica C, oli, proteine, vanillina, lecitina, albumina e una serie indefinita di sostanze organiche a cui vengono attribuite proprietà ipoglicemizzanti. Sembra, infatti, che tali sostanze abbiano il potere di abbassare sensibilmente i livelli di colesterolo e la glicemia nei soggetti diabetici, tanto da farli ritenere più efficaci dell’insulina. Il lupino sembra essere anche un ottimo vermifugo, specie per gli ossiuri, ovvero dei parassiti intestinali. Altri effetti sono quelli diuretici, aperitivi, emmenagoghi, febbrifughi ed emollienti in caso di eczemi e altri problemi della pelle.
La parte del lupino usata per scopi officinali sono i semi, sia freschi che tostati. Prima di ingerirli, però, bisogna lavarli abbondantemente con acqua fredda o bollirli in modo da eliminare il sapore amaro dovuto alla presenza degli alcaloidi. Il lavaggio serve proprio a depurare i semi dalle sostanze tossiche. Per combattere il
diabete si possono assumere 2, 3, fino a un massimo di 5 semi tostati, da masticare a giorni alterni. I semi tostati e macinati come il caffè si possono anche assumere in due etti d’acqua per due volte al giorno. La bevanda si può dolcificare a piacere con della saccarina. La quantità di semi macinati da diluire in acqua è pari a due cucchiaini da caffè. Per curare le parassitosi intestinali si usa fare un clistere ottenuto dall’infuso di semi secchi. La dose ideale per l’infuso è di 30 grammi di semi lasciati macerare in acqua per 24 ore, o 100 grammi di semi da lasciare in un litro di acqua per almeno 10 ore. L’infuso va filtrato e poi utilizzato per fare un clistere a giorni alterni. La dose consigliata è di 250 grammi di infuso. Con questo sistema si dovrebbero uccidere ed eliminare tutti i parassiti dell’intestino. Per combattere le affezioni della pelle, come l’eczema, si fanno dei lavaggi a base di decotti di semi. La dose consigliata per il decotto è di 30 grammi in un litro d’acqua. Il decotto si usa anche per stimolare la digestione, come diuretico e per favorire le mestruazioni. In passato, per lenire i dolori provocati al cancro, si facevano anche delle applicazioni a base di farina di semi di lupino. La farina veniva stemperata e cotta con aceto per ottenere un cataplasma da applicare sulla parte malata. La stessa veniva anche messa sui capelli, per uccidere i pidocchi, poiché aveva un effetto antiparassitario. I semi polverizzati del lupino, in alcune regioni d’Italia, si usano anche per combattere la febbre. La dose è da una a tre semi da inghiottire per dei giorni consecutivi. Dal lupino si ottiene anche un estratto fluido, la dose consigliata è di 32 gocce per due volte al giorno. Per uso alimentare i lupini si possono mangiare freschi o tostati, dopo averli lavati o bolliti, oppure, sempre dopo lavaggio o precottura, si possono conservare in salamoia, cioè sottosale, come le olive.
Anche se la produzione dei lupini è inferiore rispetto ad altri legumi, questi si possono comprare in negozi e supermercati o nei mercati. Vengono venduti freschi, secchi, sottovuoto, cotti e confezionati in buste, sacchetti, secchielli o vaschette da 250 grammi a due chili e mezzo. Il costo medio dei lupini in confezioni da un chilo è di circa otto euro.