Lupo solitario: un genio chiamato dever, una saga fantastica e le pozioni di vigorilla che non bastavano mai

Creato il 23 febbraio 2011 da Eldacar

Ci aveva provato Topolino, negli anni '80, ad offrire le storie a finale multiplo, ma il trademark appartiene di diritto ai librigame, opere in cui veniva concessa la possibilità di scegliere cosa far fare al protagonista, con finali differenti a seconda del percorso intrapreso. Ogni libro conteneva una scheda personaggio per annotare le bilità del protagonista (che sarebbero state determinanti nella scelta dei bivi), i vari oggetti portati con se e dati come i punti vitali e via dicendo. Gli scontri con i nemici avevano però una componente casuale :affidata al tiro di dado (in mancanza di attrezzatura, bastava consultare la griglia finale e puntare la matita, su cui spesso si interveniva con un occhio quasi aperto per portare a casa il risultato. Un cheat cartaceo, per certi versi). In italia furono pubblicate 34 serie (alcune incompiute) per un totale di 186 volumi, spaziando in ogni genere: dal fantasy allo sci-fi, dai ninja ai supereroi.
In questo panorama, spuntò lui: Joe Dever. Il papà di Lupo Solitario, il più bel librogame mai fatto che ha segnato la mia adolescenza da nerd. Dever arrivava dalla Virgin (aveva lavorato con Zappa e i Sex Pistols) ma era appassionato di Dungeons & Dragons tanto da diventare un professionista. Un bel giorno, Dever, sfanculò il lavoro e si dedicò alla creazione del Magnamund, il suo personalissimo universo che rifiutò di vendere alla Games Workshop (di Livingstone). Nel regno di Sommerlund l’antico ordine dei Ramas fungeva da tenace resistenza al male in generale ma soprattutto ai nemici giurati del Magnamund, i Signori del Male, perfide creature relegate all'nterno di un regno dal quale non potevano allontanarsi senza mettere a rischio la loro sopravvivenza. Per questo i loro attacchi erano condotti da decine di altre creature, soggiogate, reclutate o manipolate. Lupo Silenzioso apparteneva all'ordine dei Ramas e in un giorno in cui venne mandato in punizione a raccogliere della legna l’intera comunità del suo monastero venne sterminata da un attacco a sorpresa. Dal quel giorno divenne l’unico superstite dell’ordine, cambiò il nome in Lupo Solitario e dedicò la sua intera esistenza a vendicare i suoi compagni caduti. I Ramas erano un concentrato di abilità che li rendeva una specie di forze speciali del fantasy: avevano poteri di camuffamento, divinazione, difesa dal caldo, dal freddo e da attacchi mentali, comunicavano con gli animali, guide perfette anche in luoghi sconosciuti e chiaramente una conoscenza perfetta di qualunque arma. Non avevano proprio quel che si può chiamare magia ma una serie di abilità di sopravvivenza che li rendevano tra i migliori combattenti del loro universo. Questi poteri erano in tutto dieci nella prima serie di avventure e il bello era che per ogni avventura precedente completata se ne poteva aggiungere una a quelle inizialmente conosciute. Stessa cosa dicasi per armi e artefatti particolari rinvenuti durante ogni storia. Grande fascino avevano le ambientazioni diverse in ogni libro che ci portavano ogni volta in una zona diversa, spaziando da foreste lussureggianti a deserti inospitali, da lande ghiacciate a giungle oscure: a poco a poco si aggiungeva un tassello nella grande mappa del Magnamund, mappe che erano sempre riportate all’inizio del libro.
Dever decise quindi, vista la qualità del prodotto, di puntare sul self publishing (precursore!) e il primo capitolo della saga, I Signori delle Tenebre, fece fuori oltre 100.000 copie la prima settimana, che divennerò 8 milioni con le nuove avventure. In Italia fu la prima serie ad arrivare nel 1985.
La saga è divisa in più parti: nei primi 5 libri dovrete recuperare la Spada del Sole, arma impugnabile solo da un Ramas,  che accompagnerà il protagonista per tutte le sue avventure successive, rendendolo talmente potente da non essere più "giocabile" verso la fine, con l'entrata in scena di un nuovo personaggio...
Se riesco a farmi una cena pure con lui, dopo Garriott, Vin Diesel e Molyneux, ho fatto il poker che mancava per completare la collezione di miti del passato più o meno recente, con cui ho avuto la fortuna di intrattenermi causa videogiochi a spasso per il globo (in realtà manca Cicciolina, ma è ancora fuori portata. Ci arriverò. E si, anche lei era protagonista di un videogioco, che videogioco non era, chiamato Sosy, su Amiga 500).
Aloha!

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