Lusi, sì all’arresto: figli e figliastri in casa Madama

Creato il 21 giugno 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

Il senato ha votato a favore dell’arresto dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi con 155 sì, tre no ed un astenuto. Il voto arriva a due settimane dal diniego di un provvedimento analogo in capo al senatore Sergio De Gregorio. Figli e figliastri o capri espiatori sacrificati sull’altare dell’antipolitica?

Luigi Lusi si trova già a Rebibbia: dopo il voto palese di ieri pomeriggio sull’autorizzazione all’arresto, il senatore della Margherita, ex tesoriere della creatura di Francesco Rutelli,si è costituito alle autorità. Passerà la notte in cella, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che dovrebbe svolgersi già nelle prossime ore. La notizia è stata accolta con un pizzico di rammarico, un uomo privato della libertà è un grosso handicap per una società civile.

Nelle ore antecedenti al voto, il senatore ha distribuito ai colleghi dell’assemblea una sorta di memoriale contenente documenti a sua discolpa.  Naviga in brutte acque: purtroppo non ha altra prova da poter fornire se non le proprie parole. Infatti non è un mistero che l’ex tesoriere ha spesso detto di essersi basato esclusivamente su indicazioni verbali pervenutegli dagli alti ranghi del partito. Una bella gatta da pelare.

Poco importa, non sappiamo se Luigi Lusi sia o meno colpevole e forse non ha nemmeno importanza, alla luce di quanto accaduto in assemblea e di quello a cui ci ha abituato la politica italiana degli ultimi trent’anni: PdL che lascia l’aula per evitare strumentalizzazioni (l’umorismo è davvero lo sport nazionale del peggior partito di maggioranza della storia repubblicana, che non vota per evitare che potessero ricadere sul partito eventuali salvataggi in extremis dell’ex senatore PD), Rosy Mauro che approva con evidenti gesti il discorso con cui Lusi ha chiesto all’assemblea di negare l’autorizzazione, il voto palese per evitare la ripetizione di un altro caso De Gregorio, o forse soltanto perché Lusi è il pesce piccolo messo sulla padella per finire fritto. E poi Dell’Utri che e lo stesso De Gregorio che ovviamente votano contro.

Nulla da fare, finisce 155 a 13, con un astenuto. Il senatore espulso recentemente dal PD è spacciato, vive un incubo, promette di vuotare il sacco con i giudici: magari ne sentiremo delle belle. Appartamenti, viaggi, pranzi luculliani con i soldi pubblici, ma quello che vorremmo sapere è cos’ha Luigi Lusi in meno di Sergio De Gregorio. A molti, l’autorizzazione all’arresto è sembrata un modo per zittirlo, per ridurne la credibilità a quella che può essere riconosciuta ad un galeotto che può anche parlare per vendetta o per frustrazione. Nessun fumus persecutionis, sia chiaro che  è molto probabile (aspettiamo il giudizio dei magistrati)che Lusi abbia utilizzato il denaro pubblico per i propri interessi personali: come ha fatto notare Follini, ha speso una fortuna che un operaio guadagnerebbe in un millennio, e non sempre per finalità legate all’attività del partito. Ma se fosse appurato che non fu il solo a beneficiarne? Quanti di noi rimarrebbero stupiti? Lusi ha più volte lasciato intendere qualcosa, senza però poter fornire prove attendibili,e  parla a denti stretti di Enzo Bianco e Rutelli.

L’ex sindaco di Catania ha votato a favore dell’arresto, Cicciobello si è astenuto. Il sospetto è che il senatore romano sappia più di quanto abbia detto fin’ora e che i prossimi giorni possano essere forieri di importanti rivelazioni che potrebbero colpire duramente altri pezzi grossi della politica, scoprendo gli altarini sull’ennesima storia italiana di sperpero di denaro pubblico, ad opera di indegni rappresentanti del popolo.

Quello che colpisce è che si è agito in modo del tutto inverso a come, un paio di settimane fa, si era agito nei confronti di quel Sergio De Gregorio (PdL, ma in carriera ha cambiato più casacche di Juary) indagato per reati quali riciclaggio, associazione a delinquere, truffa, fatture false,  corruzione, appropriazione indebita dei fondi pubblici destinati al quotidiano socialista “Avanti!”. Un curriculum di tutto rispetto, per il parlamentare salvato dal voto segreto e dalla complicità dell’assemblea.

Lusi, invece, è stato dato in pasto all’opinione pubblica in un modo un po’ subdolo, mascherando l’autorizzazione all’arresto da gesto di responsabilità: paradossalmente, questa è sorta solo due settimane dopo l’ultimo salvataggio dall’arresto per un altro membro d’assemblea. Due pesi, due misure. Lusi viene svenduto in nome del riavvicinamento delle istituzioni alla gente, delle forze politiche che devono aderire maggiormente alle volontà del popolo sovrano ,stanco di vedere membri della casta che la fanno franca e non si assumono le loro responsabilità.

La legge, diceva qualcuno, è uguale per tutti. Ma esistono, a palazzo Madama, figli e figliastri: c’è chi viene trattato, forse per paura, con i guanti di velluto e beneficia di voto segreto, riuscendo a farla franca.

C’è chi invece parla e non dice, subisce il voto palese in nome della lotta all’antipolitica e finisce a Rebibbia senza passare dalla porta principale.

I commenti sul caso, sono tutt’altro che conc-Lusi. E non ci meravigliamo se, nei prossimi giorni, salteranno fuori altri col-Lusi.


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