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Creato il 09 novembre 2011 da Vivalafifa @WlaFifa

Ieri ci aspettava la caduta di Berlusconi. Che non è ancora capitolato, ma poco ci manca. Lo ha annunciato, si dimetterà. Se questa sarà una delle sue tante promesse, siamo fritti. Aspettiamo. E mentre il Pdl diffondeva il comunicato sulle intenzioni del premier, a Napoli il giudice Teresa Casoria leggeva velocemente le sentenze di primo grado del processo meglio noto come Calciopoli. Doveva essere veloce, visto l’alto numero di imputati (16) e le condanne (e assoluzioni) da distribuire. Luciano Moggi, ex dirigente della Juventus, è stato quello che si è beccato la stangata: 5 anni e 4 mesi di pena perchè riconosciuto come promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva.

Non basta. ‘Big Luciano’ si è pure beccato il Daspo, ovvero l’interdizione dalle manifestazioni sportive per 3 anni. Certo rispetto alle richieste totali dei Pm (50 anni e 2 mesi) si è passati a 29, ma l’aspetto cruciale della sentenza di ieri sera è che è stato confermato quasi in toto l’impianto accusatorio. Se non una cupola, di una cupoletta che orientava il calcio italiano si tratta. E allora, sotto con le condanne anche a Mencucci, i fratelli della Valle e Lotito, Foti e Meani. E con la sostanziale conferma della condanna a Moggi. I giudici non hanno creduto alle intercettazioni telefoniche prima ‘dimenticate’ e poi ‘scoperte’ dalla difesa. Questo è stato l’errore vero dei legali di Moggi: speravano di poter utilizzare un’arma, quella del ‘così fan tutti’, che invece gli si è rivoltata contro.

Insomma, dal 2006 a oggi non è cambiato nulla. Il giorno in cui Moggi lasciò la Juve, nella pancia dello stadio San Nicola di Bari, davanti a microfoni pianse: “Mi hanno ucciso l’anima”. Ieri, attorniato dai legali, ha di nuovo pianto: “Mi hanno ucciso”. Così come non è cambiata la posizione della Juventus che, seppur condannata con la retrocessione in B nel 2006 per responsabilità oggettiva, si è sempre distaccata da Moggi. “Noi estranei” recitava il comunicato bioanonero di ieri sera. La Juve continuerà a battersi finchè ne avrà la possibilità. E anche Della Valle ha annunciato ricorso, esercizio al quale crediamo che nemmeno Moggi si sottrarrà. Nonostante le telefonate, le schede svizzere e le condanne, nessuno ha fatto niente. Un delitto consumato contro il (fu) campionato più bello del mondo e commesso da non si sa chi. Moggi non ha ucciso, è stato ucciso. Mica la credibilità del nostro calcio e i tifosi, non solo quelli interisti, ingannati.



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