Notizie di entrambi i documenti sono da oggi online sul sito della mostra www.luxinarcana.org.
Il documento papale è una bulla in forma libelli, una lettera solenne scritta su un fascicolo di pergamena da cui pende il sigillo di piombo del pontefice. La scrittura utilizzata è la tipica scrittura bullatica detta tecnicamente littera Sancti Petri: una denominazione che richiama direttamente il nome di s. Pietro, di cui i pontefici romani sono i successori, per qualificare una scrittura tipicamente usata nella produzione di documenti emanati dal papa.
Bolla Ineffabilis Deus di Pio IX sul Dogma dell’Immacolata Concezione del 1854
La lettera di Bernadette è scritta in lingua francese da una sola mano su un bifoglio cartaceo.
Il 1° giugno 1848 Pio IX istituì una commissione speciale di venti teologi incaricati di sottoporgli il proprio parere circa l’opportunità di definire il dogma dell’Immacolata Concezione. I voti trasmessi al papa furono per la maggior parte favorevoli. Il medesimo quesito fu posto alla congregazione cardinalizia istituita per mandato pontificio il 6 dicembre. I cardinali si espressero a favore della definizione, raccomandando però che si richiedesse prima il parere dell’episcopato per mezzo di un’enciclica. Il 2 febbraio 1849 Pio IX pubblicava tale documento (Ubi primum), nel quale si rivolgeva ai vescovi chiedendo loro di informarlo circa i sentimenti del clero e del popolo delle rispettive diocesi in merito alla definizione dell’Immacolata Concezione: su 603 risposte pervenute, 546 si pronunciarono a favore della proclamazione del dogma. Una cinquantina di vescovi si divideva fra l’astensione, un’assoluta opposizione e la propensione per una definizione indiretta: di quest’ultimo avviso era anche Gioacchino Pecci, vescovo di Perugia e futuro successore di Pio IX col nome di Leone XIII. Nel 1850 la commissione teologica presentò un primo progetto di costituzione dogmatica ma verso la fine del 1851 il pontefice maturò un nuovo schema della bolla, nella quale desiderava che alla proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione si unisse la condanna degli errori moderni. A tale scopo, nel 1852, costituì una commissione speciale incaricata di esaminare un progetto di costituzione che rispondesse a tale proposito. Dopo diciotto mesi di lavoro, però, la commissione non aveva potuto esaminare che la parte relativa al dogma, producendo uno schema che non riscosse ancora il favore di Pio IX. Il 22 marzo 1854 il papa, deciso a pubblicare la bolla entro quell’anno, istituì una congregazione cardinalizia consultiva, che elaborò altri quattro schemi per il documento, sottoposti ad ulteriore discussione. Furono mosse diverse critiche al testo, che pareva più simile ad un trattato di teologia che ad un’atto del supremo magistero: si procedette così a modificare l’impostazione del documento, che si apriva ora con le parole Ineffabilis Deus. Il 20 novembre del 1854 erano giunti a Roma un centinaio di vescovi di diversi paesi. Fino al 24 novembre si tennero lunghe sedute di cardinali e vescovi, dalle quali provennero molte osservazioni al testo della bolla. Pio IX, tuttavia, desiderava che le opinioni dell’episcopato riguardassero i soli aspetti formali senza intervenire sul contenuto del testo in preparazione. Nel concistoro segreto del 1° dicembre 1854 si esaminarono le osservazioni mosse dai cardinali, apportando diverse modifiche al documento pontificio. Il papa, avocata a sé l’intera questione, ordinò a mons. Luca Pacifici, segretario dei brevi, di redigere il testo definitivo della bolla, sottoponendolo poi a lui solo. La complessità del documento non ne consentiva la completa stesura entro l’8 dicembre; così, per quella data fu preparata la sola parte relativa al decreto definitivo che sanciva il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine. Nel corso della grandiosa celebrazione liturgica in San Pietro, alla presenza di quasi duecento prelati e di un’affollatissima assemblea di fedeli, Pio IX lesse il testo dispositivo della bolla, interrompendosi più volte per la forte commozione. Alla fine di dicembre fu ultimata la redazione dell’intero documento, tradotto in diverse lingue e comunicato poi all’episcopato. La proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione, che stabiliva l’immunità della persona di Maria, dal primo istante della sua esistenza, dal peccato originale in virtù dei meriti di Cristo, oltre ad accrescere nei fedeli la devozione per la Vergine, costituì anche un passo decisivo per la definizione dell’infallibilità papale: Pio IX infatti, pur avendo consultato vescovi e cardinali nella preparazione della bolla, non accennava minimamente al loro consenso nella definizione del dogma. L’atto pontificio si poneva dunque come iniziativa del papa e, raccogliendo la spontanea adesione dei fedeli, quasi dimostrava l’autorità sovrana della Chiesa nella dottrina e nell’infallibilità del vicario di Cristo in terra. La stessa impostazione che il pontefice volle conferire al documento è significativa: in esso si poneva in risalto la persuasione diffusa nella Chiesa dell’epoca circa la verità del dogma dell’Immacolata Concezione, mentre la dottrina dei Padri, i dati della tradizione e gli interventi dei pontefici precedenti erano conglobati in un’esposizione generale: Pio IX affermava così l’importanza del magistero attuale della Santa Sede e della gerarchia confermato dal sensus fidelium.
Lettera di Suor Bernardette Soubirous a Pio IX nel 1876
Poco più di dieci anni prima della Bolla Ineffabilis Deus, il 7 gennaio 1844, presso Lourdes, nasce Marie-Bernarde Soubirous. La piccola Bernadette è poco più che quattordicenne quando, l’11 febbraio 1858, presso la grotta di Massabielle, gli appare «una piccola signora giovane», con veste e velo bianco, cinta di blu, con una rosa dorata su ciascun piede e un rosario in mano, che le chiede di tornare in quei luoghi, ogni giorno, per due settimane. Nelle successive apparizioni la «bellissima signora» invita alla preghiera ed alla penitenza. Non svela però la sua identità fino al 25 marzo quando, mostratasi alla pastorella, le si rivolge dicendo «Que soy era immaculada concepciou» (Io sono l’Immacolata Concezione). Bernadette è interdetta, non sa che quell’espressione esprime un dogma di fede definito pochi anni prima: sarà l’abate Peyramale a spiegarle non senza profondo turbamento il significato di quell’espressione così incomprensibile per lei. L’incontro con la Vergine lascia il segno sulla fanciulla, che nel luglio del 1866, entra come novizia nel monastero di Saint-Gildard a Nevers, per nascondersi – così ella dice – a quelle morbose attenzioni che la gente le riservava da quando aveva avuto la apparizioni. Nei 13 anni trascorsi in convento svolge le sue mansioni con generosa dedizione, spinta dall’unico desiderio di non trascorrere un solo istante della sua vita senza amare. Proprio dal suo convento, il 17 dicembre 1876, mentre la sua salute già cagionevole va peggiorando progressivamente, Bernadette indirizza una lettera a Pio IX, nella quale, definendosi un «piccolo zuavo di Vostra Santità, armato di preghiera e sacrificio», auspica per il pontefice «che dal cielo la Santissima Vergine getti spesso il suo sguardo materno su di Voi, Santo Padre, perché l’avete proclamata Immacolata».
Sarà la prima e forse unica volta nella storia che una selezione di cento documenti, varcheranno i confini della Città del Vaticano. E lo faranno per essere accolti ed esposti nelle splendide sale dei Musei Capitolini di Roma. Si tratta di 100 originali e preziosissimi documenti che coprono un arco temporale che va dall’VIII secolo d. C. fino al XX secolo – scelti fra i tesori che l’Archivio Segreto Vaticano da secoli conserva e protegge – che nel febbraio del 2012, in occasione della mostra evento Lux in arcana – L’Archivio Segreto Vaticano si rivela, potranno essere ammirati in un’occasione unica e irripetibile.
L’esposizione, ideata in occasione del IV Centenario dalla fondazione dell’Archivio Segreto Vaticano – in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico-Sovraintendenza ai Beni Culturali e Zètema Progetto Cultura – vuole spiegare e raccontare che cos’è e come funziona l’Archivio dei Papi e, nel contempo, rendere visibile l’invisibile e far sì che anche il normale visitatore possa accedere, per una volta, alle meraviglie finora custodite nei circa 85 km lineari dell’Archivio Segreto Vaticano.
Il titolo Lux in arcana comunica anche il principale obiettivo della mostra: la luce che filtra nei recessi dell’Archivio (lux in arcana) illumina una realtà preclusa ad una conoscenza superficiale, ma fruibile solo attraverso il contatto diretto e concreto con le fonti dell’Archivio, che apre le porte alla scoperta della storia, a volte inedita, raccontata nei documenti.
Allestimenti multimediali, guidati da una rigorosa quanto coinvolgente narrazione storica, faranno sì che il visitatore possa “rivivere” i documenti, che si animeranno con il racconto dei retroscena e dei personaggi coinvolti, permettendogli così di assaporare alcuni famosi eventi del passato. Inoltre sarà possibile seguire attraverso i più conosciuti social network le attività collaterali alla mostra e scoprire curiosità e approfondimenti sul sito www.luxinarcana.org che, a partire dal mese di luglio, di giorno in giorno si è arricchito di contenuti e che già, a poche settimane dalla sua pubblicazione, ha già attirato migliaia di visitatori da oltre cento Paesi di ogni parte del mondo.
I 100 documenti – scelti tra codici e pergamene, filze, manoscritti e registri – rimarranno in esposizione ai Musei Capitolini per circa sette mesi, da febbraio a settembre 2012: un’iniziativa senza precedenti che sta già creando un’enorme aspettativa, alimentata dal misterioso fascino che l’Archivio Segreto Vaticano genera nell’immaginario collettivo.
I documenti fino ad oggi rivelati, sono online sul sito della mostra www.luxinarcana.org insieme con notizie e approfondimenti su personaggi e curiosità legate all’Archivio Segreto Vaticano.
L’Archivio Segreto Vaticano rappresenta un patrimonio culturale dell’umanità che ha come epicentro la città di Roma. La sede prescelta per ospitare questo evento memorabile, i Musei Capitolini, sottolinea il profondo legame fra la città di Roma e il Papato fin dall’età medioevale. Alla sensibilità per le arti di Sisto IV si legano le origini di entrambe le istituzioni coinvolte nell’evento. Ma allo stesso tempo la storia custodita nell’Archivio Segreto Vaticano si intreccia con la storia dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero.
Tutto ciò renderà Lux in arcana – L’Archivio Segreto Vaticano si rivela un evento dal valore scientifico e mediatico senza precedenti.
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