– Lynn hai ucciso la matriarca. – fece notare la più anziana delle guardie, aveva una spada lunga in una mano e sembrava pronta a vendicare Sajeekah.
Sorrisi. Dalla paura che vedevo riflessa nei volti delle due, compresi che la mia figura imbrattata di sangue la spaventasse a morte. Avrei voluto apparire innocua, ma non ci riuscii neanche dopo aver ammesso – Non m’interessa morire, ho fatto ciò che dovevo. Il mio destino è compiuto! –
– Le amazzoni non si uccidono tra di loro, la pena per un’assassina è la morte! –
Chiusi gli occhi, provavo ancora odio verso Sajeekah, il dolore delle ferite e la paura di cosa mi sarebbe successo, ma stranamente ero in pace con me stessa, ero arrivata a capire chi ero davvero solo dopo aver ucciso e ormai avevo poco a che fare con la bambina scappata dal villaggio per non diventare una combattente.
Faer intervenne con un grido – Fermatevi! –
La sua voce così forte e decisa mi costrinse a cercare la sua figura. Il fisico atletico e temprato dalle ore di addestramento stonava con le vesti da concubina, il seno lasciato in parte scoperto era fin troppo ingombrante e non avrebbe consentito neanche a un arciere abile come Faer di tendere l’arco senza farsi male, ma ciò che mi sorprendeva di più erano i capelli lasciati sciolti e liberi di ondeggiare a qualsiasi movimento della donna.
Respira. La mia sorte non aveva importanza, vederla riacquistare la determinazione che mi aveva spronato durante tutto l’addestramento era la cosa più bella che potessi desiderare – Accetterò ogni punizione. –
– La matriarca è morta, sai cosa vuol dire, Faer? – proseguì la guardia avvicinandosi minacciosa.
– La sua assassina deve pagare! – aggiunse la sua collega, visibilmente preoccupata della dipartita di Sajeekah.
Faer negò scotendo la testa e facendo ondeggiare ancora i suoi capelli – Si è trattoto di uno scontro regolare: Lynn è stata sfidata apertamente a duello! Siamo testimoni del combattimento che si è consumato qui dentro, Sajeekah ha sfidato Lynn. La matriarca è stata sconfitta e uccisa in un duello! –
– Non ho visto nessun duello formale e la parola di una concubina non vale quella di una combattente, Faer tu hai perso il diritto di dire la tua: anche se eri una di noi, adesso sei solamente la concubina di una matriarca morta. –
Mi alzai, la ferita al fianco continuava a perdere sangue e fissando la guardia ammisi – Non è stato un duello formale, non ho mai detto di accettare la sfida della matriarca, ho solo difeso me stessa. –
– Tu hai provocato la matriarca! – gridarono in coro le guardie, avanzando con le spade sguainate.
– Lei mi ha ingannata: il nostro accordo è stato violato quando Sajeekah ha preso Faer come concubina, c’eri quando la matriarca accettò la mia preghiera. – feci notare alla più anziana. Non m’importava che quelle due mi togliessero la vita: ero felice, ma non volevo che Faer venisse ancora considerata una concubina.
– Accettò di non punire Faer per i tuoi errori. –
– Come vedi, non ha rispettato la sua parola. –
– Non è un valido motivo per uccidere Sajeekah. – sottolineò la guardia.
Sospirai, l’odio verso la matriarca non mi aveva ancora abbandonato del tutto, una parte di me vedeva il suo cadavere riverso a terra e desiderava infierire, deturpare quel viso e dimostrare alle guardie come la loro fedeltà verso la morta fosse mal riposta.
– Lynn è un’amazzone, battendo la matriarca in duello ne ha preso il posto. – fece notare Faer, intromettendosi – Non potete negare che l’abbia sconfitta! –
Mi voltai a fissarla, per un attimo pensai che stesse cercando di difendermi dalle guardie, ma le sue parole non servivano a difendermi: mi rendevano la nuova matriarca – Arco della creatrice, non voglio essere la nuova matriarca! – protestai fissando la mia mentore.
– Eppure lo sei, Lynn delle amazzoni. – fece notare la guardia più anziana.
– Puoi non crederci, Lynn. – incalzò Faer avvicinandosi con un sorriso appena accennato – Sconfiggendo la matriarca in duello ne hai guadagnato il titolo. Come Sajeekah fece prima di te. – s’inchinò ai miei piedi come un suddito verso la propria regina.
Le guardie la imitarono, rinfoderando le armi – Lunga vita alla matriarca. –
– No! – protestai, ma la mia voce uscì debole come un sussurro, una parte di me era assuefatta all’idea che la mia vita non sarebbe stata più la stessa e stava già pensando a cosa dire alle donne inchinate intorno a me. Realizzai che fosse la parte adulta, quella che voleva il bene di Faer e non la bambina piagnucolosa che aveva tentato di scappare dal villaggio.
– Come dovremo chiamarti, matriarca? –
Era usanza che una matriarca cambiasse nome quando saliva al potere, serviva a dare l’idea che la matriarca fosse una persona nuova e diventasse tale solo per portare il bene alle amazzoni. Respira. Non avevo intenzione di cambiare nome, ero fiera di essere Lynn delle amazzoni, ma non volevo deludere Faer di nuovo: dovevo fare ciò che andava fatto – Chiamatemi Heta! –
– Si, matriarca. – risposero, senza guardarmi.
Sentivo un odio profondo per me stessa, la rabbia di ciò che ero stata costretta a diventare per salvare Faer mi annebbiava la vista, ma dovevo lasciar andare quel sentimento – Andate e portate la notizia. Che tutti sappiano cosa è successo! – mi sentivo la testa leggera, quasi che non fossi io a dare gli ordini, del resto non avrei mai creduto di avere le qualità per essere un leader.
Le guardie si alzarono all’unisono, seguite da Faer. L’afferrai per un braccio, prima che potesse uscire dalla tenda – Non tu, ho bisogno di te. –
– Non hai mai avuto bisogno di me, matriarca. Non lo hai ancora capito? – fece notare la donna con un sorriso caldo, di quelli che mi riservava solo quando non eravamo allievo e insegnante.
Sorrisi, abbracciandola – Lynn aveva bisogno del tuo affetto e dei tuoi insegnamenti. Io ho bisogno di qualcuno in grado di consigliarmi, una confidente con la quale possa essere sincera. Se non vorrai restare con me accetterò ogni tua decisione. Farò in modo di farti tornare tra le combattenti! –
Faer mi fissò, il suo sguardo mi scrutava come se non mi avesse mai vista prima. Cercò di dire qualcosa, ma si fermò, serrando le labbra in una smorfia.
Era indecisa e vederla in quello stato mi fece sorridere, ci separammo e le presi una mano, incrociando le mie dita con le sue – Faer sei libera ora, decidi per la tua vita! –
Mi strinse la mano con energia, inumidendosi le labbra – Se resto, mi farai tirare con l’arco ogni tanto? –
– Tutte le volte che vorrai! – annuii scostandole una ciocca di capelli dal viso per baciarla.