M. Il figlio del secolo, Recensione: una serie da Oscar

Creato il 13 settembre 2024 da Hynerd

M. Il figlio del secolo è stato il gioiello dell'81° Festival del Cinema di Venezia. Presentata fuori concorso alla Mostra, la serie composta da otto episodi debutterà in esclusiva su e in streaming su nel 2025. M. Il figlio del secolo è tratta dall'omonimo romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega nel 2019, rimaneggiato in fase di scrittura dagli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino (autori di prodotti come Esterno Notte).

A metterlo in scena ci ha pensato poi il genio creativo di Joe Wright (L'ora più buia, Espiazione) con uno stile pop, irriverente e audace. È lui che dirige un potente Luca Marinelli, in grado di dare il volto ad una delle maggiori figure storiche del secolo, in maniera imparziale e ironica, rompendo la quarta parete con la volontà di entrare nel cuore degli italiani. Quel "Make Italy Great again" che il Duce rivolge agli spettatori fissando la macchina da presa riassume il tono, le intenzioni e la grandezza di una serie spettacolare.

A completare il cast ci sono le donne di Mussolini: da una parte DonnaRachele, interpretata Benedetta Cimatti, unica parvenza di normalità, unica áncora umana che tiene il Duce legato alla vita "terrena"; dall'altra una bravissa Barbara Chichiarelli, una donna che ha "fatto" Mussolini. Accanto a loro Francesco Russo, il consigliere Cesarino, complice del climax ascendente di Mussolini e Lorenzo Zurzolo nei panni del feroce Italo Balbo.

M. Il figlio del secolo, trama: l'ascesa del Duce

M. Il figlio del secolo si rifà all'omonimo romanzo di Scurati e si concentra su un determinato periodo storico, quello che coincide con l' ascesa del Duce. Si parte dalla nascita dei Fasci di Combattimento nel 1919 fino al famoso discorso del 3 Gennaio 1925 pronunciato nella Camera dei Deputati del Regno d'Italia, in cui Mussolini si assume la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto (con riferimento al rapimento e all'assassinio di Giacomo Matteotti. In questo ridotto arco temporale abbiamo modo di comprendere la creazione di quella figura che poi ha capeggiato l'Italia nella Seconda Guerra Mondiale. Un ritratto a tratti caricaturale, ma imparziale e fedele alla storia, beffardo e potente.

Mussolini parla direttamente con lo spettatore, si presenta davanti alla macchina da presa e ci avverte di questo viaggio che stiamo per compiere: "Il fascismo conquisterà milioni di cuori. Anche i vostri. Seguitemi e diventerete fascisti". E mentre sullo sfondo scorrono le immagini di Piazzale Loreto, la sua voce afferma "Mi avete amato follemente, per vent'anni mi avete adorato e temuto come una divinità. E poi mi avete follemente odiato, perché mi amavate ancora. Mi avete ridicolizzato, scempiato i miei resti perché di quel folle amore avevate paura. Anche da morto. Ma ditemi a cosa è servito. Guardatevi intorno ... Siamo ancora tra voi".

Make Italy Great Again

Con delle premesse del genere, il risultato non poteva che essere un prodotto di altissima qualità. Una serie alla Peaky Blinders, dove però il protagonista si rivolge alla camera (sì, proprio come ), con le inquadrature maestose (dal basso e dall'alto) come Orson Welles in , e sequenza alla pari de L'uomo con la macchina da presa di Dziga Vertov. Un opera futurista, pop e postmoderna arricchita da un irriconoscibile Luca Marinelli, trionfale e contemporaneamente macchietta, assetato di potere, cupo ma anche grottesco.

M. Il figlio del secolo non è una serie documentaristica, ma offre un approccio moderno e fedele alla storia passata, grazie all'occhio esperto e distante di un regista britannico, Joe Wright che aveva già avuto a che fare con un altro personaggio storico dirigendo Gary Oldman come Winston Churcill ne L'ora più buia. Ora ci prova di nuovo (e ci riesce di nuovo) nella costruzione provocatoria di Benito Amilcare Andrea Mussolini. M. Il figlio del secolo è una perla da non perdere.

M. Il figlio del secolo

M. Il figlio del secolo è una perla da non perdere. Una serie pop, irriverente, graffiante con un ritmo futurista e un irriconoscibile Luca Marinelli nei panni di un Duce cupo e grottesco. Joe Wright con il suo occhio postmoderno racconta (con fedeltà storica) i sei anni che hanno determinato l'ascesa di Mussolini e lo fa tenendo lo spettatore incollato allo schermo.