Scritte sì, ma come e dove? All'Antiquarium di Oristano, seminascosta dietro la sala della pinacoteca, c’è una sala dedicata ai bronzetti, che ospita principalmente reperti acquisiti durante due sequestri dei carabinieri nel 1990. I reperti sono stati presentati durante la settimana della cultura scientifica, nell'aprile del 2010. Per l’ occasione sono state allestite due mostre-evento, organizzate dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Oristano d’intesa con la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano e la Società La Memoria Storica, a cura di Emerenziana Usai e Raimondo Zucca.
La prima mostra portava il titolo: Tubalkain, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro (Genesi, 4,22): nuovi dati sui metallurghi della Sardegna nuragica. La locandina dell'evento è rimasta al museo ed è stata fotografata nel Luglio 2010 (Figura 1). Purtroppo io non ho visto, tra i reperti rimasti in mostra, “le asce in miniatura, nuragiche, con caratteri alfabetici fenici”; forse erano troppo piccoli i caratteri. Ho cercato nel sito del Ministero dei Beni Culturali, dove è annunciato l’ evento , ma vi è solo una rappresentazione di Tubalkain. E’ mio grande desiderio che vengano pubblicate (= rese pubbliche) queste iscrizioni: vorrei davvero vederle e sapere cosa dicono, mi interessano molto di più della scultura rinascimentale di Tubalkain. Si parla infatti di caratteri fenici, non di lingua fenicia: dal che concluderei che, essendo i manufatti nuragici, i caratteri sono cananei ma il linguaggio ivi scritto è nuragico.
Figura 1: la locandina della mostra-evento “Tubalkain, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro (Genesi, 4, 22): nuovi dati sui metallurghi della Sardegna nuragica” del 20 Aprile 2010, esposta al museo.
La seconda mostra aveva il titolo: “Proteggi "bd" figlio di "šmšy" davanti il possessore della bilancia. Il pezzo forte è un astuccio portamuleti fenicio, contenenti due lamine in miniatura, una d'oro ed una d'argento. Riporto, per capire la natura di tale oggetti, le parole di Manuel Martinez nel suo studio: Gli astucci porta-amuleti punici […] Anche da Tharros, in Sardegna, ci sono pervenute una serie di lamine, recanti impresse delle figure egittizzanti allo stesso modo degli esemplari cartaginesi; la loro peculiarità sta nel fatto che in alcuni casi sembrano distaccarsi dal “modello decanale”.
è notevolmente diversa dalla foto che ho fatto al museo. Almeno così mi pare. Impossibile capire quale è la trascrizione di Garbini e chi ha fatto l'altra.
Non solo: il portamuleti è definito fenicio, la scritta punica. Anche di questa iscrizione vorrei sapere un po’ di più, per esempio: quale è la trascrizione giusta, come è la traslitterazione, dove c’è scritto bd, dove c'è scritto šmšy, eccetera. Perché, con tutto il parlare che si sta facendo di scrittura, non fare chiarezza su questi documenti?