L’argomento neve ha messo in luce parecchie carenze del sistema italiano, mancano piani di intervento comuni e i mezzi, eppure la neve è un elemento naturale che dovrebbe essere fronteggiato. Tuttavia i bianchi giorni appena trascorsi hanno messo in ginocchio il paese, città paralizzate, località isolate, senza luce e gas. L’arrivo della neve era stato ampiamente annunciato ma, neve e gelo come non si vedevano da trent’anni hanno evidenziato la nostra impreparazione e l’Italia si è trovata spiazzata.
E mentre non si è ancora spento l’eco delle polemiche, della bufera mediatica e della ricerca delle responsabilità, arriva una nuova “eccezionale” ondata di gelo, con nevicate e freddo intenso. Anche i popoli del nord, abituati a temperature bassissime hanno avuto difficoltà, anche se è chiaro, che la consuetudine accompagna una capacità di efficienza maggiore rispetto a chi vive in situazioni climatiche diverse.
Dunque è il caso di domandarsi se questi eventi sono un caso eccezionale o indice di tendenza?
Fenomeni di questa entità hanno una ricorrenza trentennale, fanno parte della climatologia delle nostre aree geografiche ma, questi eventi intensi, significano anche un’inasprimento dei fenomeni rispetto al passato. Inoltre si è modificato l’effetto temporale. Durano di più ed è un problema che coinvolge tutto il pianeta. Uno sfasamento che produrrà variazioni del clima che muteranno le nostre abitudini.
Non è più una minaccia del futuro, ma una realtà di oggi. In tutto il mondo, le “anomalie” meteorologiche sono oramai evidenti. A causa dell’aumento dell’effetto serra, negli ultimi anni si sono verificati dei fenomeni atmosferici di violenza incontenibile. Impossibile chiedere all’uomo di ridurre la sua pressione sul pianeta, difficile rinunciare ai personali benefici che abbiamo acquisito nel tempo, dall’auto al riscaldamento ma, i mutamenti climatici sconvolgono interi ambienti naturali e mettono in pericolo anche la nostra salute.
I fenomeni meteorologici estremi hanno un forte impatto sull’uomo: basti pensare alle vittime delle alluvioni, ma anche all’aumento del rischio di crisi cardio-respiratorie causato da ondate di calore. Un clima globale più caldo porta anche ad una maggiore diffusione di molti virus e batteri con conseguente aumento delle estensioni epidemiche.
Dobbiamo iniziare ad essere consapevoli dell’ enorme gravità che i cambiamenti climatici avranno sempre più su scala globale, esponendo a crisi senza precedenti l’intero pianeta per la rapidità del fenomeno, minando alla base i sistemi sociali, economici ed ecologici. I record di precipitazione piovosa continuano a essere battuti anno dopo anno; i mari crescono e i fiumi coprono le terre in un modo che supera ogni immaginazione. In altre zone ci sono grandi siccità. Uno scompiglio del pianeta che non può lasciarci indifferenti. Le attività umane sono responsabili di un complessivo riscaldamento della Terra. E’ comunque cruciale per l’uomo investigare questi fenomeni che potrebbero portare forti elementi di instabilità nella convivenza dei popoli.
Non possiamo permetterci di accelerare (già l’abbiamo fatto o lo stiamo facendo) mutamenti climatici naturali che in altre ere potevano abbracciare tempi di migliaia se non di milioni di anni e permettevano quindi con la loro lentezza l’adattamento dei sistemi viventi. Attualmente il cambiamento indotto dall’uomo sembra invece prodursi nell’arco delle centinaia se non delle decine di anni e appare quindi assolutamente pericoloso.
Il clima cambia è sempre cambiato. Niente è permanente, a parte la vita stessa. L”anomalia è nella rapidità in cui sta avvendo. Stiamo di certo vivendo una fase di riscaldamento climatico, ma si tratta di processi che avvengono da sempre, e sempre avverranno, e che l’uomo può contrastare (o accelerare) in misura non ancora quantificabile.
Forse dovremmo riflettere sul nostro futuro.