Ma che tristezza gli “stessi del ’94″

Creato il 16 novembre 2013 da Albertocapece

“Siamo gli stessi del ’94, solo un po’ più vecchi”, così dice un Berlusconi stanco e plastificato che si aggrappa alle vecchie bandiere sperando nella medesima magia del ringiovanimento che al tempo del potere gli faceva consumare carne sempre più giovane. Ma il fatto è che se loro sono sempre gli stessi, e nessuno ahimè lo dubita, non lo è più l’Italia nella quale avevano sfondato e del cui successivo declino sono i massimi responsabili. Il Paese è palesemente allo sfascio, la piccola borghesia rampante che si voleva sbarazzare del passato e dei lacci e lacciuoli delle regole ha perso le speranze, pur conservando i vizi, la desertificazione delle idee è praticamente completata e il sistema politico  non riesce che ubbidire a poteri esterni e pensare alla propria sopravvivenza.

L’ansia di impadronirsi di un calice al party dell’Italia da bere ha fatto dimenticare l’esistenza del pensiero sociale, ha fatto stracciare le ideologie considerando quella liberista, oggi rivelatasi un inganno, come la sola possibile, ha disarmato il popolo per usare un’espressione colorita e persino i loro rappresentanti che zitti zitti. piano piano si sono normalizzati in una consociazione di fatto. Così adesso i rampanti di un tempo sono alle prese con la prospettiva di pensioni misere, gli “sboroni” del berlusconismo non sanno più che pesci pigliare con le loro partite Iva un tempo chiave dorata per l’ingresso nell’eden degli imprenditori, mentre i giovani dell’era digitale stanno scoprendo solo ora la necessità di un pensiero complessivo che non li faccia vagare in quella “concretezza” continuata ed aggravata che è distante dalla realtà esattamente come l’astrazione.

Dunque qualcuno teme che la nuova Forza Italia dei vecchi, perso in gran parte lo zoccolo duro, non abbia altra strada che quella di tradursi in un movimento di protesta populista, anti europeo, anti euro, anti governativo, anti casta, insomma possa avere come obiettivo quello di catalizzare la rabbia e l’indignazione, sostituendosi in qualche modo a un M5S poco incisivo e politicamente erratico e prendendo un posto a cui la sinistra ha incredibilmente rinunciato. Può anche essere, ma non credo che avvenga: si tratta di uomini che hanno avuto e hanno troppo commercio col potere per concepire anche solo l’idea di mettersi a fare gli incendiari:  ormai il Capo vuole solo salvare se stesso e la sua roba, la sua voglia di mettere in difficoltà il governo di Napolitano è legato solo alle proprie vicende personali. Anzi parrebbe quasi che il Cavaliere pensi a una sorta di struttura democristiana con relativo caminetto dei capicorrente. Di fatto la nuova Forza Italia non ha nemmeno deciso il suo passaggio all’opposizione, riservandosi una decisione solo dopo il voto sulla decadenza di Silvio e continuando così ad esercitare il ricatto sordo su un governo ogni giorno più debole e più inutile.

Insomma una giornata triste in cui tra vecchie parole e vecchie facce si è consumato il declino di Berlusconi, nelle cose e non nei tradimenti di Alfano, ma anche l’inizio della fine per un intero sistema politico attaccato alla bombola di ossigeno di Napolitano.


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