Ci sdraiamo sul letto, fuori piove e lui é nel mood di parlare.
Parliamo del piú e del meno, sdraiati su quel letto di casa sua, fuori la pioggia cade leggera, un classico inglese.
Mi sembra tutto sospeso alcune volte, da quando mi sono trasferita qui.
Finiamo per parlare delle Middleton – lo sai che vengono a fare shopping da me?
Lui sorride. Inglese ma non nel midollo.
Ma lo sai che vuol dire Pippa in italiano? – gli faccio.
No, tell me – risponde.
Glielo spiego e lui e lui fa il gesto simbolico con la mano su e giú, e ripete la parola con una A tremendamente aperta.
Scoppiamo a ridere, – sí ma é la parola che usate per definire la parola masturbation?
Io lo guardo, e annuisco, ammetto che sono un pó imbarazzata, e lui lo coglie al volo.
Ah! Ma perché la gente prova questo strano senso di tabú a chiamare le cose cosí come sono? – mi chiede, voltandosi verso di me.
Figuriamoci se gli dico che la parola penis – pene – per quanto utilizzo se ne faccia qui in UK, non so manco come si pronuncia!
Al massimo qui qualche teenager ci fa il gioco chiamato appunto penis, ossia vai in un luogo pubblico e ti sfidi ad urlare la parola pene il piú forte possibile, vince chi l’ha urlato piú forte senza essere finito ripreso per indecenze in luogo pubblico.
Per il resto usano altre parole per chiamare “quello”.
Peró bella domanda.
Parliamo tanto di sesso, peró poi a quelle cose lí diamo nomignoli, nickname e quant’altro, e non li chiamiamo con il loro vero nome.
Io da quando sono qui ho sentito una svariata di modi differenti per denominare il “penis”.
James alza le spalle, e sorride, lui é cosí diretto e schietto, chiama le cose per il loro nome, perché un nome ce l’hanno.
I tabú, dice ce li siamo creati noi, e noi dobbiamo romperli.
Poi si alza, controlla fuori dalla finestra, ma piove ancora – cazzo, it’s still raining!
Ah-ah! Dovresti dire Pene, it’s still raining!
Ma agli inglesi piacciono le nostre parolacce, sono quelle che ti chiedono subito di insegnargli.
Sir Koala ringrazia e saluta.