Si perché io ho in mano una certa fionda, e tale fionda sarebbe da usare (contro) un certo Golia. Ma per Golia intendo un Golia grande e grosso, con denti, unghie e tutto l'armamentario di serie. Tanto grande da fare paura a tutti. Tanto grande da poter decidere il bello e il cattivo tempo di tante, tantissime persone, cose, istituzioni, progetti, lavori... E' dall'inizio dell'estate che penso a come e se lanciare il sasso, da quando ho parlato con altri che come me si sono trovati da un giorno all'altro in mezzo ad una strada per le ragioni più assurde e futili e, mi rincresce dirlo, totalmente contro la libertà di scelta della persona. E mi sento some la ragazza nella foto, con due strade tra cui scegliere: una è ritornare sui miei passi a starmene caldina a casuccia mia, guardando le cose che accadono e che (purtroppo) peggiorano. L'altra è quella di saltare. Ho imparato fin dal mio primo volo in aereo che le nuvole non sono soffici come sembrano, al contrario sono dense e violente, e per uscirne servono buoni strumenti. Se il problema riguardasse solo me... chi se ne frega. Di quello che è successo a me, del mio licenziamento, delle sue ragioni e conseguenze m'interessa in modo marginale. Di quello che continua a succedere invece m'importa assai. Vedere che giornalmente vengono messi in atto soprusi, vere e proprie privazioni della libertà non solo di azione ma anche di pensiero altrui, e che queste privazioni portano anche alla disperazione, alla solitudine, alcuni anche peggio. Non sono una deficiente mio malgrado, ed ho fatto molta ricerca in questi mesi, ho molto materiale con cui dimostrare e provare le mie tesi. Ho molti testimoni pronti a parlare, ho tanto da dire anche se tutto si riassume in poche parole: potere! Peggio, potere di vita. Qualcuno ha in mano molto potere e ne fa quello che vuole travestito da filantropo e visto da molti come semidio. Ma un semidio che ha varcato il suo stesso limite e non se ne è accorto. Non so se è l'affetto a farmi desistere, non so se sono tutte le persone che ci andrebbero di mezzo. O anche la paura, perché è inutile negare il fatto che mi fa anche paura. Ma non agire significherebbe fare quello che fanno tutti: mettere la testa nella sabbia. Proteggere il proprio focolare. Io disprezzo chi non agisce, chi si accontenta, chi rimane fermo a guardare, parlare, giudicare e non fa nulla di concreto. Quindi perché dovrei fermarmi? Ma perché dovrei agire? Potrei essere messa a tacere in pochi minuti, quando si conosce chi controlla l'informazione è facile. Verrei sputtanata in ogni mio piccolo dettaglio (anche se in effetti c'è ben poco da sputtanare della mia vita). Molti ci andrebbero di mezzo e loro davvero non c'entrano nulla. Vittime inconsapevoli di un aiuto che non si può più chiamare con questo nome. Perché chi afferma di volerti aiutare ma in cambio ti chiede l'anima (oh si, TUTTA l'anima), non può inneggiare alla libertà personale, al diritto delle proprie idee, all'autonomia della persona! Questa non si chiama autonomia, si chiama setta, si chiama dittatura. E se tale deve essere che lo sia, ma che smetta di spacciarsi per ciò che non è, almeno le persone saranno realmente libere di scegliere se aderire o meno. E che le regole siano scritte e ufficiali: o con noi o contro di noi, e se con noi allora come noi. Perché la scelta per alcuni può significare la vita o la morte. Quindi no, penso che Davide un poco picchiatello lo fosse!
Si perché io ho in mano una certa fionda, e tale fionda sarebbe da usare (contro) un certo Golia. Ma per Golia intendo un Golia grande e grosso, con denti, unghie e tutto l'armamentario di serie. Tanto grande da fare paura a tutti. Tanto grande da poter decidere il bello e il cattivo tempo di tante, tantissime persone, cose, istituzioni, progetti, lavori... E' dall'inizio dell'estate che penso a come e se lanciare il sasso, da quando ho parlato con altri che come me si sono trovati da un giorno all'altro in mezzo ad una strada per le ragioni più assurde e futili e, mi rincresce dirlo, totalmente contro la libertà di scelta della persona. E mi sento some la ragazza nella foto, con due strade tra cui scegliere: una è ritornare sui miei passi a starmene caldina a casuccia mia, guardando le cose che accadono e che (purtroppo) peggiorano. L'altra è quella di saltare. Ho imparato fin dal mio primo volo in aereo che le nuvole non sono soffici come sembrano, al contrario sono dense e violente, e per uscirne servono buoni strumenti. Se il problema riguardasse solo me... chi se ne frega. Di quello che è successo a me, del mio licenziamento, delle sue ragioni e conseguenze m'interessa in modo marginale. Di quello che continua a succedere invece m'importa assai. Vedere che giornalmente vengono messi in atto soprusi, vere e proprie privazioni della libertà non solo di azione ma anche di pensiero altrui, e che queste privazioni portano anche alla disperazione, alla solitudine, alcuni anche peggio. Non sono una deficiente mio malgrado, ed ho fatto molta ricerca in questi mesi, ho molto materiale con cui dimostrare e provare le mie tesi. Ho molti testimoni pronti a parlare, ho tanto da dire anche se tutto si riassume in poche parole: potere! Peggio, potere di vita. Qualcuno ha in mano molto potere e ne fa quello che vuole travestito da filantropo e visto da molti come semidio. Ma un semidio che ha varcato il suo stesso limite e non se ne è accorto. Non so se è l'affetto a farmi desistere, non so se sono tutte le persone che ci andrebbero di mezzo. O anche la paura, perché è inutile negare il fatto che mi fa anche paura. Ma non agire significherebbe fare quello che fanno tutti: mettere la testa nella sabbia. Proteggere il proprio focolare. Io disprezzo chi non agisce, chi si accontenta, chi rimane fermo a guardare, parlare, giudicare e non fa nulla di concreto. Quindi perché dovrei fermarmi? Ma perché dovrei agire? Potrei essere messa a tacere in pochi minuti, quando si conosce chi controlla l'informazione è facile. Verrei sputtanata in ogni mio piccolo dettaglio (anche se in effetti c'è ben poco da sputtanare della mia vita). Molti ci andrebbero di mezzo e loro davvero non c'entrano nulla. Vittime inconsapevoli di un aiuto che non si può più chiamare con questo nome. Perché chi afferma di volerti aiutare ma in cambio ti chiede l'anima (oh si, TUTTA l'anima), non può inneggiare alla libertà personale, al diritto delle proprie idee, all'autonomia della persona! Questa non si chiama autonomia, si chiama setta, si chiama dittatura. E se tale deve essere che lo sia, ma che smetta di spacciarsi per ciò che non è, almeno le persone saranno realmente libere di scegliere se aderire o meno. E che le regole siano scritte e ufficiali: o con noi o contro di noi, e se con noi allora come noi. Perché la scelta per alcuni può significare la vita o la morte. Quindi no, penso che Davide un poco picchiatello lo fosse!
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