La Germania beneficia quanto noi da QE e petrolio basso. Quindi QE e petrolio basso non c'entrano con la raggiunta parità con la Germania — Yoram Gutgeld (@YoramGutgeld) 13 Maggio 2015
Assai rassicurante, se si considera che è quanto affermato proviene dal consigliere economico di Renzi, non credete?
Certo, a prima vista, il dato potrebbe apparire confortante. Tuttavia risulta molto meno confortante se si considerano i fattori che lo hanno contribuito a determinarlo, ammesso che non venga rivisto al ribasso (o anche al rialzo). Ma questo lo sapremo solo tra qualche settimana, quando potremo conoscere anche i dati disaggregati, e verificare quali componenti abbiano inciso alla sua determinazione, escludendo (forse) che si sia trattato di un aumento delle scorte. Vanno dette alcune cose: l'Italia parte da un livello di imperante stagnazione dopo il crollo del PIL di oltre il 9% dall'inizio della crisi. Quindi, un rimbalzo è più che plausibile. Soprattutto se si considerano i fattori esogeni (petrolio, tassi, euro debole) che, come evidenzia il governo stesso nel DEF pubblicato ad aprile, incidono per 85% nella determinazione della performance del Pil atteso per il 2015 (ne abbiamo discusso QUI). Detta in altre parole, stando a quanto previsto dal governo, se non fossero esistiti questi fattori, la performance del primo trimestre sarebbe stata inferiore allo 0,1%. Dopo il disastro economico che si è verificato in questi anni, che, come sapete, non ha precedenti per l'Italia in tempo di pace, parlare di svolta è quantomai improprio e inopportuno. Magari a qualcuno servirà per raccogliere consensi elettorali; ad altri per interessi propri o altri fini. Il deterioramento del quadro economico/produttivo subito dall'Italia in questi anni è violento e profondo. E certamente non sarà comunque sufficiente qualche trimestre di timida "crescita" (peraltro trainata da elementi che sfuggono del tutto al controllo del governo) ad invertire il tragitto che sta percorrendo l'italia nel suo declino strutturale che dura almeno due decenni e che ha subito una forte accelerazione negli ultimi anni. Tant'è che anche la stessa Commissione Europea, nelle previsioni di primavera rilasciate qualche giorno fa, nel ribadire che la crescita italiana è determinata da fattori esterni favorevoli (e temporanei) afferma che la disoccupazione sarà destinata a rimanere alta anche nei prossimi anni, nonostante un'attività economica in miglioramento. Tanto per contestualizzare il dato provvisorio rilasciato dall'Istat, andrebbe ricordato che: Negli ultimi 28 trimestri, il Pil è risultato positivo solo in 9 periodi (compreso l'ultimo).
Il divario si è ulteriormente aggravato a seguito della crisi, fino ad assumere connotati fortemente preoccupanti.
I fattori esogeni che hanno contribuito alla timida crescita del primo trimestre non saranno eterni e si stanno addirittura deteriorando. E come detto in apertura, secondo il governo, queste variabili esogene contribuiranno per 85% alla determinazione del Pil 2015.
A proposito del destino dell'italia, resta pertanto valido quanto affermato in questo articolo, e i rischi che abbiamo individuato rimarranno attuali non solo nei prossimi mesi, ma anche nei prossimi anni.