Non avrei voluto scrivere questo post, avrei preferito lasciare quello precedente, di buone feste, ma, sapete, piove, e la neve si scioglie.
Così quest’anno molti vicentini potrebbero trascorrere la veglia di Natale non a casa, a tavola, a mangiare piatti prelibati, ma vicino a ponte Pusterla e a ponte degli Angeli, a vedere se l’acqua del Bacchiglione sale o scende. Perché nell’ultimo mese, qui a Vicenza, bastano due giornate d’acqua perché il fiume si gonfi e s’infuri, e sembra quasi scalpitare per uscire dagli argini e invadere le strade, anche lui a fare shopping natalizio, a caccia di garage, cantine e scantinati dove infiltrarsi e depositare il suo fango.
Ma quello che sento, un po’ sconsolato, camminando e parlando tra la gente che si ferma a vedere le impetuose acque del Bacchiglione, è che il fiume si è ingrossato perché la neve si scioglie. Ma la neve si è sempre sciolta, e ricordo sì anni in cui le acque del fiume si erano alzati, ma mai così tanto, e mai per due soli giorni di pioggia.
Non ci credo più che sia solo per la neve che si scioglie. Ogni due tre settimane si rischia l’alluvione, perché non è così. La neve che si scioglie è solo una scusa per evitare di tirare in causa altri fattori, che tutti conoscono, ma preferiscono non ammettere, nel ricco e cementificato nord-est dove anche i fenomeni atmosferici sono in funzione dell’economia. E mi ricordo bene la frase idiota che sentivo fin da bambino quando nevicava a Vicenza: «Chissà che s meta a piovare! La neve la sta ben in montagna!» (trad. chissà che si metta a piovere, la neve sta bene in montagna).
E adesso piove.
Per due giorni.
Ma la colpa è sempre della neve.
Perché si scioglie.
[...]
Nella foto sotto il ponte Pusterla (con l’impalcatura dell’ultima alluvione). L’acqua, alle 19.00 circa, è arrivata quasi a nascondere le arcate del ponte. Camminando dalla parte opposta, lungo parco Querini, il fiume costeggia la strada, protetta da un muretto. Se ti sporgi un po’ dal muretto e allunghi la mano tocchi l’acqua limacciosa.