Mattina.
Siamo a casa dal lavoro, fuori c'è il sole e quindi sì, si esce tutti insieme per una giornata alternativa.
La sveglia umana è suonata alle otto, poteva andar peggio e mi accontento. Mi alzo e do il via all'organizzazione. E' l'ora del primo cambio pannolino e poi ci spostiamo in zona giorno. Inizio a preparare la colazione e imposto una lavatrice. Mi ci vuole un po' perché da qualche tempo, Cicina ha scoperto le scale e più che altro il fatto che ama salirci, quindi alterno calzini e mutande, a improvvisi salvataggi. Quando ho finito di caricare la lavatrice, è passata all'incirca mezz'ora, io sono ancora in pigiama e la colazione giace sconsolata sul tavolo. Un rumore sospetto proviene dalla camera, l'esclamazione del Principe mi fa accorrere e mi trovo di fronte ad un "incidente notturno", c'è da cambiare il letto e pure Cestino di tutto punto. Il Principe pensa a lui ed io alle lenzuola. La lavatrice appena caricata, viene così di nuovo svuotata per lasciare il posto al bottino del misfatto. Nel frattempo Cicina ha ripreso a "fare le scale" ed io alterno federe e lenzuola, ai soliti salvataggi.
Il tempo scorre, il sole è già alto ed io sono in pigiama.
Aziono start.
Un eloquente profumo m’indirizza dritta dritta al secondo cambio pannolino ma il demone del pulito suggerisce a Cicina di farla di nuovo e visto che loro due da qualche tempo, sono in combutta, lei obbedisce e la fa. E siamo a tre.
A più di un’ora dal risveglio la situazione e' questa: siamo tutti e quattro svegli e vigili, tutti in pigiama e tutti affamati.
Riproviamo con la colazione, scaldo il latte e provo ad addentare qualche cosa, in piedi e di fretta ovviamente. Poi parte la catena di montaggio della vestizione.
"Fare tutto, farlo bene e farlo velocemente" questo e' il nostro motto. Il loro è: "Fare niente, farlo male e metterci una vita". Vincono loro.
Oramai sono le dieci ed io sono sempre in pigiama.
Il programma è stare fuori tutto il giorno, ergo bisogna portarsi un po' di cose, ergo bisogna prepararle e, alla fine, tra probabilità, imprevisti varie ed eventuali, son due borse piene da caricare in macchina.
Ora loro sembrerebbero pronti, manco io, ancora in pigiama.
Mi butto nell'armadio e ne esco con quello che mi si è appiccicato fortuitamente addosso da solo: sembro un'adolescente che sta per bigiare la scuola, ma non c'è tempo per riflettere né tanto meno per cambiarmi e per lo meno non essere più in pigiama è già un risultato.
Apro le finestre, mentre mi dedico a operazioni di tolettatura con Cicina che nel frattempo mi sta attaccata alle calcagna, no non è un modo di dire, sono i fatti: ultimamente riposa male, LEI,e le girano le scatole. Prendersela con qualcuno le serve da sfogo e quel "qualcuno", sono io. Niente di nuovo in realtà, devo solo fare tutto con una mano soltanto, come il solito! Mi lavo, mi pettino e tutto il resto con il conto alla rovescia attivato: il risultato nemmeno lo guardo. Chiudo le finestre, provo a sistemare, schivo macchinine e raccolgo tutto il ben di dio che giace sul pavimento di casa: dalle camere alla cucina è una scia.
Dovremmo esserci ed essere pronti a uscire, non prima però del l'ennesima capatina in bagno perché i bambini, si sa, gli metti il giacchetto ed hanno un sensore che suona!
Chiudo la porta di casa alle undici passate, ovvero tre ore dopo il risveglio. Mi siedo in auto e mi addormenterei appoggiata anche a niente, ma abbiamo davanti una giornata intera da far girare del verso giusto, anche se è incominciata così.
Epilogo
Ci siamo riusciti!
Cestino sulla strada del ritorno ha pure dichiarato che "E' stata una bellissima giornata" (e magari ve la racconterò), ne sono stupita anch'io se ripenso a come è iniziata e comunque, anche se i fatti dicono che per prepararmi ci son volute tre ore, io so che per la corsa ad ostacoli serve allenamento, che io sono una campionessa e che al prossimo che sbuffa, ho tutto il diritto di rispondere "Ma lenta chi?"