“Ma perché non scrivi più?”

Creato il 16 novembre 2015 da Denise D'Angelilli @dueditanelcuore

No, in effetti non scrivo più. Me lo fanno notare spesso, mi dicono che anche sui social ci sto di meno, che sono spenta come un mozzicone di sigaretta spiaccicata sull’asfalto mentre piove. Mi è venuto in mente quando una delle persone che leggevo di più ha detto di non scrivere più, così mi sono accorta che la maggior parte delle persone che leggevo di più non scrive più. Ma perché non scrivo più? Forse perché non sono più capace, forse non c’è più niente da dire, abbiamo detto tutto, siamo troppi a scrivere, scriviamo tutti le stesse cose, spesso tutti allo stesso modo perché qualcuno decide di essere come noi, che avevamo già deciso di essere come qualcun’altro. Forse perché, semplicemente, la cosa che mi piaceva di più fare nella vita adesso non mi piace più. Perché non mi va.

Hanno forse liberato della tristezza nell’aria di Milano e la stiamo respirando tutti? O nei cieli di tutta l’Italia? Ci hanno messo dei chip come in Divergent? Ci hanno somministrato senza che lo sapessimo dei tranquillanti come in Ragazze Interrotte?

Al momento mi ritrovo a scrivere solo per chi me lo chiede, solo per chi mi dice “mi serve questo”, allora le mie dita partono da sole. Solo quando qualcuno mi regala un argomento. Quindi in fondo non è nemmeno vero che non scrivo più. Chissà se qualcuno avrà pensato che non scrivo più perché sono finalmente felice, quando è proprio l’esatto contrario. Forse mi sono stufata di scrivere sempre di tristezza, degli stessi argomenti, delle stesse persone, della stessa persona. E poi scrivo a mano, tanto, sul quaderno, rigorosamente con la penna nera, con la mia calligrafia incomprensibile. Certe cose è giusto che restino nel cassetto.

Qualcosa di nuovo c’è ma non è interessante. Sì, sono dimagrita un po’. Me lo hanno fatto notare, e ovviamente mi ha fatto piacere. Mi sono diminuite le tette, questo non mi ha fatto piacere per niente. Mi sono cresciuti i capelli di un bel po’, ancora non so come sistemarli perché sono comunque di quella lunghezza che davvero non sai dove mettere le mani. Ho cambiato colore di capelli e sono tornata a quello che per me rappresenta la normalità. Mi sono cresciute le unghie e ho definitivamente smesso di mangiarle. Almeno fino a quando non le mangerò di nuovo. Quando premo i tasti del pc mi danno fastidio, però quando le guardo mi sembrano il traguardo più grande che io abbia mai raggiunto. Giocherello con i polpastrelli e quando sento che sono in grado quasi di tagliarmi la carne sono felice. Adesso concentro tutte le mie forze nel distruggere la pelle  intorno all’unghia che non mangio più, quasi a ricordarmi che la semplicità e la tranquillità non faranno mai parte della mia vita. Ho ricominciato a vestirmi quasi esclusivamente di nero perché è il colore che mi fa sentire sicura di me. Ho messo in una bustona tutti i vestiti colorati che avevo comprato a Londra quando a lavoro non mi era permesso indossare il nero e non ho ancora deciso a chi li regalerò

Sono distratta, sono disconnessa, non sono concentrata. Non so cosa leggere, non so cosa guardare, non so cosa ascoltare. Non mi interessa quasi niente, non mi interessa quasi nessuno. Sopporto poco le persone anche quando non sono in sindrome pre mestruale, mi manca casa anche se il luogo dove sono è comunque casa, continuo a cambiare senza però arrivare mai a essere la persona che voglio davvero essere, scrivo sul telefono lunghi papiri quando non sono in casa e poi, quando a casa ci torno, non li pubblico, non riesco nemmeno a decidere se tagliarmi i capelli o no, se voglio la frangia o no, a volte mi sento in colpa per non apprezzare abbastanza quello che ho e per volere sempre di più come una bambina viziata che però non sono mai stata, quando mi chiedono “come stai” non so cosa rispondere e allora sorrido e alzo entrambi i pollici, è un anno esatto che sono tornata a vivere a Milano ma Londra spesso mi manca, quando ho pensato di tornarci per scappare da una persona poi mi hanno offerto davvero una soluzione per scapparci e ho rinunciato per quella stessa persona, a Milano mi perdo ancora in metropolitana, lo stress mi ha regalato delle macchie sul corpo e i capelli mi cadono a ciocche, il cambio di stagione mi fa dormire tutto il giorno anche se prendo una pasticca in più, il ferro continua a essere troppo basso. Il resto sono situazioni assurde che quando le racconto ai miei amici loro stentano a crederci e che non posso raccontare.

Scriverei se avessi più cose nuove da dire, perché vorrei davvero potervi dire che quando la persona che vi piace così tanto da farvi perdere l’appetito non vi vuole, poi passa. Vorrei dirvi che non passerete il tempo a pensarci e a maledirvi perché lo fate. Vorrei dirvi che esorcizzare il tutto scrivendo di piacervi tantissimo e aver capito che lui è solo uno stronzo funzionerà. Vorrei dirvi che so esattamente cosa sto combinando nella vita e spiegarvi come si fa. Vorrei dirvi che tutto ciò che vi succede nella vita ha un senso e una logica. Vorrei dirvi che le persone non si dimenticheranno di voi. Vorrei dirvi che stare da sola mi basta. Vorrei dirvi che ho tirato fuori le palle e che ho chiarito. Vorrei dirvi che gli ho detto tutte le cose che vorrei dirgli. Vorrei dirvi che la persona di cui parlo non è la stessa di cui parlavo mesi fa. Vorrei dirvi che non vedo l’ora che arrivi il Natale. Vorrei dirvi che quando andrò a vedere il prossimo concerto della mia vita non avrò paura. Vorrei dirvi che ho imparato a reggere di più l’alcool. Vorrei dirvi che va tutto benissimo, e invece posso dirvi che vanno benissimo solo alcune cose.

Ecco, dato che queste cose non ve le posso dire, non scrivo. Perché non ho davvero niente da dirvi.