Ma quale crisi? La colpa è tutta della politica!

Creato il 14 maggio 2013 da Freeskipper
di Maria Pia Caporuscio. Ma quale colpa della crisi! I disastri nel nostro paese sono stati provocati dalla politica, dai governi che si sono avvicendati alla guida di questo paese, la cui attenzione è stata rivolta esclusivamente a studiare il modo di rimanere al potere. Si è assistiti ad una eterna, quanto vergognosa campagna elettorale, che dura da oltre venti anni. Questi signori si sono dimenticati delle ragioni per cui la popolazione li aveva votati, per occuparsi esclusivamente dei propri interessi personali. E mentre si circondavano di privilegi assurdi se non addirittura immorali, facendo salire alle stelle i propri introiti, la popolazione perdeva potere di acquisto, impoverendosi sempre più. Un paese, abbandonato a sé stesso che viene preso d’assalto anche dalla criminalità. Questo numero impressionante di politici, che alla comunità costano un prezzo insostenibile, sono una vera e propria sfida alla pazienza degli italiani, ma nessuno fra loro, si chiede fino a quando il popolo riuscirà a tenere a bada la rabbia, prima di esplodere e continuano a vivere nel mondo dorato con divieto d’accesso, mentre tutto intorno crolla. I milioni che percepiscono (per danneggiarci) non bastano a saziare la loro sete, tanto che si inventano necessità inesistenti, per depredare ancor più un paese agonizzante. Questi inutili buffoni si sentono al di sopra di ogni cosa persino della legge, convinti che tutto gli è dovuto, persino di cancellare i diritti acquisiti dei lavoratori, quasi che per questa gente il lavoro, la famiglia, il cibo siano cose superate da non tenere in nessun conto, visto che sono problemi che non toccano loro. Credono di essere essi soltanto ad avere necessità di denaro, mentre tutti gli altri devono accontentarsi dell’aria che respirano. Fra le decine di partiti che soffocano questo paese, manca proprio il più necessario: un partito del popolo che li difenda da questi cannibali. E ogni volta che si fa notare la mancanza di rappresentanza della popolazione, si viene tacciati di demagogia. I diritti sono diventati demagogia quasi che i problemi di sopravvivenza della gente rappresentino un fastidioso disturbo. Non si sono disturbati però nel cancellare tutte le regole, che questo paese si era date. Non si sono disturbati nel depredare lo Stato delle sue più importanti aziende pubbliche, privatizzate e fatte fallire, con un vero e proprio saccheggio. L’intero apparato industriale italiano è stato regalato ai “bravi” industriali privati, per fare cassa. Questa folle operazione di privatizzazione che ha smantellato l’imprenditoria pubblica, è servita loro per spartirsi un bottino da capogiro, mentre la popolazione ci perdeva lavoro e dignità. Questa immorale e vergognosa svendita del patrimonio pubblico, ha portato al declino una nazione orgogliosa e nobile, che occupava i primi posti nella scala sociale. Allo smantellamento del colosso industriale pubblico, è seguita la privatizzazione delle banche che erano tutte statali e questo sta a dimostrare che la coscienza politica degli uomini che la praticano, è un buco nero. Le privatizzazioni che hanno spogliato lo Stato, la cancellazione dei diritti, la precarizzazione dei lavoratori, la perdita del lavoro, la miseria in cui la popolazione è stata gettata, la cancellazione della sinistra storica, a cui vanno aggiunti gli evasori fiscali, che portano all’estero tutto il denaro prodotto e senza pagarci le tasse, stanno uccidendo questo paese. Un paese che nonostante un milione di politicanti, è privo di un governo, perché quello che chiamiamo governo è in altre faccende affaccendato e se ne fotte di governare. Quasi tutti coloro che si sono avvicendati nei governi di questa nazione, si sono occupati di crocifiggerla e di portare la popolazione alle soglie di quei paesi, vergognosamente definiti “terzo mondo! La crisi di cui si riempiono la bocca per giustificare i loro crimini, non avrebbe neppure sfiorato l’Italia, visto che le banche erano pubbliche e la popolazione oculata e virtuosa, esattamente al contrario di chi ha inteso governarla.

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