La domanda arriva nel bel mezzo della conversazione tra un ciao come stai , un che caldo fa, o un ormai l’estate è finita. Poi il mio interlocutore mi guarda con una faccia da ma questa che ci fa ancora qui, e la sopraggiunta consapevolezza fa piombare sul crespo mio capo la fatidica domanda: Ma tu quand’è che parti?(se l’interlocutore è molto diretto), oppure Fino a quando ti trattieni? (se invece l’interlocutore vuole essere gentile).
Al che io abbozzo delle date, a volte mi limito a citare il mese, nella speranza che non arrivi la conseguente seconda domanda, ovvero E la scuola quest’anno?
La scuola quest’anno… e che ne so? Per molti inizia il 12 settembre, per me chissà, forse…Allora perchè me ne sto qui in terronia? Perchè abbiamo il sole, il mare e le mozzarelle? Non sa la gente che per sole, mare e mozzarelle bisogna avere gli sghei per goderseli? Qualcuno forse mi ha visto fare un viaggio? NO. Perchè sghei non ce ne sono, e se non ce ne sono è perchè non c’è lavoro, che, toh!, nel mio caso coincide con la scuola.
Ma queste cose non le dico perchè sono educata e mi limito a una breve disserzione sul problema del precariato, gettando sprazzi di ottimismo all’interno del discorso per non intristire troppo chi mi ascolta. E raggiungo lo scopo, perchè poi alla fine c’è sempre la seguente felice conclusione: Beh almeno ti fai un sacco di vacanze!
Allora rassegnamoci e vediamola così…sto proprio facendo un sacco di vacanze!