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Ma quelli che chiedono le dimissioni di Alfano vorrebbero ancora Prodi Presidente della Repubblica?

Creato il 18 luglio 2013 da Elianigris @EliaFNigris

Personalmente, credo che Alfano si debba dimettere per la vicenda kazaka. Credo che se non si dimette autonomamente sia necessario sfiduciarlo, se non altro perché ha mentito al parlamento dicendo di non sapere, quando, invece, è evidente che sapesse (peraltro, anche ammesso che non sapesse, sarebbe un fatto altrettanto grave).

Inoltre, bisogna notare che Letta, che pure penso meriti riconoscimento per l’improbo lavoro svolto bene, viste le circostanze, fino a questo momento, abbia sbagliato a legare le sorti di Alfano a quelle del governo.

Eppure, in tutta questa vicenda sento tenere doppi standard soprattutto a sinistra (a destra sono semplicemente dei vergognosi bugiardi).

In primis, pur ammettendo che a mio parere Alfano sia molto più colpevole per la bugia al parlamento rispetto all’atto in sé, mi chiedo come si possa dimenticare con tanta nonchalance la posizione del ministro degli esteri Emma Bonino. Stimo Emma Bonino, penso che, tra tutti i nomi che erano stati fatti per la Presidenza della Repubblica, fosse un buon candidato, sicuramente migliore di Prodi. Eppure mi chiedo come si possa escluderla da qualsiasi tipo di responsabilità in questa vicenda. Lei è il Ministro degli Esteri. Lei doveva sapere. Se si chiedono le dimissioni di Alfano bisognerebbe affrontare con la stessa serietà anche la questione Bonino; questo, tuttavia, non sta accadendo.

Un altro doppio standard è quello che riguarda Romano Prodi. Prodi era, secondo molti “l’uomo buono” del PD in un mondo di cattivoni e vecchie volpi, quello che negli ultimi anni era tornato a fare il nonno nella sua amata Bologna. Prodi, per molti era l’anticasta, l’antidalema, l’antimonti, l’antirenzi, l’antinapolitano, l’antivecchiapolitica (incredibile), l’antidirigente-tipo-del-pd. Io mi sono sempre permesso di dissentire. Prodi non è per niente diverso da D’Alema, ne è solo un vecchio avversario politico, che, in quanto tale, non ha mai smesso di fare politica e che, legittimamente, ha sperato e lavorato per poter un giorno giocarsi la sua partita per il Quirinale. E ribadisco, tutto ciò è davvero legittimo e comprensibile. Solo, non corrisponde alla storiella che alcuni amici del partito ci raccontano dai giorni concitati del “Romanzo Quirinale”.

Ad ogni modo, perché questa premessa e cosa c’entra Prodi con il caso kazako? Lo Spiegel, autorevole giornale tedesco, ha recentemente pubblicato un pezzo in cui si dice, tra le altre cose, che Prodi sarebbe ufficialmente a libro paga del dittatore kazako Nazarbayev, come membro del suo “International Advisory Board”. Di seguito un estratto dal pezzo dello Spiegel:

For a tyrant, however, Kazakhstan’s ruler has some unusual advocates: former German and Austrian Chancellors Gerhard Schröder and Alfred Gusenbauer, and former British and Italian Prime Ministers Tony Blair and Romano Prodi, as well as former Polish President Aleksander Kwaniewski and former German Interior Minister Otto Schily. All of them are members of social democratic parties in their countries.

Gusenbauer, Kwaniewski and Prodi serve officially as members of Nazarbayev’s “International Advisory Board.” They meet several times annually, most recently in the Kazakh capital Astana two weeks ago, and are each paid annual fees in the seven figures.

Ora sapete qual è il mio problema con tutto ciò?

1) Che i giornali italiani, eccetto il Fatto Quotidiano e i giornali di destra non abbiano riportato la notizia.

2) Che quando questa vicenda è diventata notizia, a sinistra in particolare si diceva che Alfano avesse fatto un favore ad un amico di Berlusconi, il dittatore Nazarbayev. Nessuna menzione del fatto che Prodi fosse a suo libro paga.

3) Che molti, tra coloro che vogliono sfiduciare Alfano, ritengono, senza porsi un problema di coerenza, che Prodi potrebbe tranquillamente svolgere il ruolo di Presidente della Repubblica Italiana, pur con un passato da consulente d’oro di un dittatore, senza metterlo mai sullo stesso piano di Alfano.

Con questo non sto dicendo che il trattamento vergognoso che 101 hanno riservato a Prodi sia diventato legittimo: tutt’altro, rimane vergognoso (e lo dico io che Prodi non lo volevo, senza farne mistero, però, Presidente della Repubblica). Non sto neanche discutendo se nel merito sia sbagliato essere nell’International Advisory Board di Nazarbayev, nella propria “pensione politica”. Sto dicendo che se sei stato a libro paga del dittatore Nazarbayev non puoi fare il Presidente della Repubblica e mi sto chiedendo dove fossero tutti gli scandalizzati di oggi con Alfano nei giorni in cui la possibilità che Prodi fosse eletto era concreta (o almeno, a noi ignoranti, lo sembrava).

Forse lo so, sono gli stessi che scandalizzati con le amicizie pessime di Berlusconi, facevano finta di niente quando D’Alema passeggiava con membri di Hezbollah.

Ecco, è ora di finirla con i doppi standard e con le posizioni tenute per antipatia o convenienza. Dimostriamo, altrimenti, davvero poca maturità. Dimostriamo, se ne ce ne fosse ancora bisogno, di essere “unfit”.

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Tagged: 101, Angelino Alfano, Die Spiegel, Emma Bonino, Enrico Letta, Governo Letta, Kazakistan, Massimo D'Alema, Nazarbayev, Romano Prodi, Silvio Berlusconi

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