Ma tu, ami uno scrittore?

Da Chiara Lorenzetti

Mi sono trovata molto spesso tra queste pagine a parlare di scrittura, del suo ruolo nelle nostre vite: ovvio parlo a chi, come me, ama leggere e ne fa parte integrante di vita.
Il mio punto di vista è quindi quello del lettore che sceglie, confronta, decide e persegue.

Sarò strana, ma spesso mi sono innamorata degli autori leggendo le loro storie e le loro poesie, sono entrata nel loro mondo e l’ho fatto mio e ho bevuto con ardente passione il frutto della loro immaginazione. Nel paradosso, con autori che conosco personalmente, arrivo a distinguere le due persone, l’amico e lo scrittore, tanto lo scrittore stesso diventa anch’esso figura a sé e riesco a vederli davvero come due figure distinte.
E come mi innamoro degli scrittori, così mi innamoro dei loro scritti. Delle parole, una ad una, dei contenuti, delle loro storie e non conta sia poesia o narrativa. Arrivo ad innamorarmi anche dei personaggi, delle loro fantastiche e normali vite.
Lo scritto diventa mio.
Anche di questo ne parlo spesso; di come un’opera frutto della creatività, divenga di proprietà ed usufrutto di chi la legge, del lettore.
Ah, quante volte accade di leggere e di dire ” mi ha tolto le parole di bocca”, “ha scritto proprio quello che sento”, “ha letto nel mio pensiero”, “è proprio così”. Quante volte accade di credere che lo scrittore sia riuscito a descriverci perfettamente, abbia narrato la nostra vita, i nostri sentimenti!
E così, copiamo frasi celebri e le tatuiamo sui nostri corpi.

Ma lo scrittore, il poeta, che ne penserà di questa storia? Sarà felice? I suoi pensieri, le sue emozioni, rubate e fatte proprie dai lettori! E’ questo quello che desidera? Un “che bello” o “meraviglioso” o preferirebbe l’oblio dopo aver dato luce alla sua opera?
La sente dissacrata, dissezionata, violentata quando il lettore se la fa propria, o sente di doverla donare?
Pensiamo al mondo virtuale e a come sia facile commentare poesie e racconti: è questo che vuole uno scrittore? Confrontarsi, accettare il dialogo, o preferisce la solitudine?

Chiara 


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