Ma tu perchè scrivi? intervista a Daniela Frascati

Creato il 13 ottobre 2011 da Lafenice
una delle cose che amo di più di questo blog è la possibilità che mi da di entrare in contatto con artisti che stimo profondamente. la rubrica "Ma tu perché scrivi?" è nata per cercare di scoprire cosa sta alle spalle di un libro, di una storia, di un volto stampato su di un libro.quando poi incontro persone come Daniela, capisco che ne vale davvero la pena: leggi delle parole e ti rimane molto di più dentro.
Daniela.. Ma tu perché scrivi?
Perchè scrivi?
Perché scrivere è una forma di rappresentazione, per stessi prima di tutto, ma è anche un modo per rappresentarsi il mondo e raccontare mondi. Poi, perché la scrittura è uno strumento che abbiamo a disposizione e di cui conosciamo, più o meno tutti, le regole, e dunque perché lasciare questa opportunità che ci appartiene fin da piccoli, da parte? Ho imparato a leggere e non ho più smesso, ho imparato a scrivere e ho continuato. Certo tra questo e dirsi o essere scrittrice o scrittore, ce n’è! Come per tutti gli strumenti c’è bisogno di affinamento, studio, ricerca, che vuol dire, prima di tutto, leggere, leggere e leggere ancora. Sopra questo, però, c’è la voglia e la passione di narrare storie e tirare fuori il mondo parallelo alla realtà che ci vive dentro. La scrittura è un filtro, un mediatore tra le emozioni e la capacità di elaborarle, di oggettivarle, di trasmetterle. È uno strumento molto mentale ma a volte lascia a nudo l’anima.
Ma scrivere è anche empatia, capacità di catturare colui che legge. Prenderlo per mano e portarlo ovunque. Non è da tutti, i bravi scrittori ci riescono, ma per fortuna anche quelli meno bravi riescono a trovare lettori che si muovono sulla loro lunghezza d’onda.
da dove trai ispirazione?
Il più delle volte da una frase che mi ronza intesta fino a che non la sento compiuta e giusta. Allora la scrivo e la lascio lì. Attorno a quella frase può nascere una storia. Siamo sovraffollati di memorie, di emozioni di cui percepiamo solo l’eco. Basta un profumo, una luce, un viso che ci passa accanto, perché comincino a produrre immagini, personaggi. Quella frase può essere solo un accenno o un’immagine singola, come lo scatto di una fotografia, e può restare per sempre un incipit già morto. Ne ho pieno il pc! Ma qualche volta accade che dentro ci sia proprio il quid che dà l’avvio a ciò che mi sta a cuore indagare in quel momento con una storia. E allora da lì parto. Spesso quando scrivo e il raccontare mi prende, ascolto musica. Pezzi, brani, che stanno a quella storia come la colonna sonora a un film. Così, per mesi e mesi, riempio pagine ascoltando sempre lo stesso pezzo; mi aiuta a tenere l’intonazione, a sentire l’atmosfera. Poi ci sono i sogni, i miei e quelli che mi faccio raccontare. Nella mia scrittura i sogni hanno una parte importante.
come definiresti il tuo modo di scrivere?
Che domanda difficile! Credo di avere una scrittura “calda”, carica di tutto quello che la nostra bellissima lingua italiana ci mette a disposizione. Non mi piacciono gli echi anglosassoni o nordici. Mi piace la dimensione mediterranea, se non nell’ambientazione, almeno nella ricchezza dei colori, delle metafore, nella ricchezza dell’aggettivazione. Per me è una continua ricerca. Una sfida. Una mania perfezionista. Scrivo poche pagine e poi leggo e rileggo. Decine di volte, fino a che non mi “risuona” l’emozione e questo lavorio mentale non diventa, alla lettura, scorrevole e naturale.
Nelle mie storie mi piace far incontrare le ombre, la nostra parte di ombra, quella che ci tallona dando corpo a percezioni appena sussurrate, a volte inquietanti, che non riusciamo o non vogliamo mai illuminare del tutto. Ma poi scrivo di tutto, racconti erotici, narrativa a sfondo sociale, romanzi, favole per bambini, come il prossimo libro che uscirà a giorni sempre per l’Absolutely Free, con i disegni di una bravissima illustratrice, May Villani, dal titolo Ilir e gli effetti secondari del vento.
cosa significa essere uno scrittore emergente al giorno d'oggi?
Significa tenere la testa appena sopra il filo del mare magnum dell’editoria, sperando di fare qualche bracciata prima di essere inghiottita nel risucchio della carta che va al macero. Io poi non so nemmeno nuotare!
qual'è la più grande soddisfazione ottenuta grazie la scrittura?
Quella di essere letta. Per chi scrive, quale soddisfazione migliore?! Ma ora, anche vedere le mie parole e la mia storia prendere forma nei disegni di May Villani. Questo libro illustrato mi ha dato una grande emozione, una gioia quasi infantile.
cosa ti spinge a continuare, malgrado le normali difficoltà?
Ho sempre scritto, anche quando non pensavo alla possibilità di pubblicare e non vedo perché dovrei smettere. Certo, è una fatica enorme arrivare sulla scrivania di un editore; ci vuole tenacia, aspettare tempi interminabili e una certa dose di fortuna, ma più di no non possono dirti. E quel no, non mi farà amare di meno ciò che ho scritto, perché in fin dei conti, la mia storia, è una parte di me.




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