a parlarci della sua passione oggi, abbiamo un uomo, un padre, uno scrittore, Massimo Cortese. ma lasciamo che lui stesso si racconti..Massimo, ma tu perché scrivi?
Perchè scrivi?In quanto testimonianza del tempo in cui vivo, la scrittura mi fa riflettere sul passato, sul presente e sul futuro. Sono diverse le ragioni della mia scrittura: probabilmente, lo spirito di osservazione, unito alla memoria e ad una certa sensibilità maturata nel corso degli anni, mi hanno spinto verso questa modalità espressiva alla quale non avevo mai attribuito molta importanza. Si tratta di una scoperta recente. Molte persone, dopo aver letto il mio primo libro, hanno detto: Non mi sarei mai aspettato che tu potessi scrivere in questo modo: scoperta per loro, ma anche per me. Dove trai ispirazione?
Dalla realtà in cui vivo, dal mio passato, in qualche caso dai sogni o dalla lettura di un giornale. Come definiresti il tuo modo di scrivere?
Immediato.
Cosa significa essere uno scrittore emergente al giorno d'oggi?
Quando, molti anni fa, venne chiesto ad un autore affermato, che cosa avesse da dire a dei giovani desiderosi di intraprendere la carriera di scrittori, fu questa la sua risposta: Consiglierei loro di lasciar perdere. In effetti, la condizione attuale dello scrittore emergente vuol dire andare incontro ad una serie enorme di problemi, ma, proprio per questa ragione, è anche estremamente affascinante. Rispetto agli scrittori che, dopo aver scritto un libro, se ne vanno in televisione o vendono migliaia di copie, l’emergente ha delle opportunità che gli altri si sognano di avere. Ad uno scrittore famoso, nel momento in cui entra in libreria, non capiterà mai di sentirsi dire “Il suo libro non esiste”, come è accaduto per il sottoscritto. Nel mio caso, ho dovuto inventarmi varie strategie per farmi leggere: se oggi ho pubblicato tre libri, vuol dire che qualcosa ha funzionato, e ne sono particolarmente soddisfatto.Qual'è la più grande soddisfazione ottenuta grazie la scrittura?
Quando, dopo la rocambolesca presentazione del primo libro, un tale, che non conoscevo affatto, lo ha acquistato: un fatto così importante è stato immortalato nel mio terzo libro.
Cosa ti spinge a continuare, malgrado le normali difficoltà?
Anche se a una sola persona dovessero interessare i miei scritti, ho il dovere di fare la mia parte. Non potrei sopravvivere al senso di colpa di lasciar perdere di scrivere, a causa della pigrizia o delle difficoltà.
L'autore: Massimo Cortese Nasce ad Ancona nel 1961. Laureato in Giurisprudenza, è funzionario presso un ente locale. Rimane colpito dalla lettura di un articolo intitolato «Una generazione di giovani nottambuli? Colpa di genitori senza personalità», pubblicato sul numero del 30 marzo 2006 della rivista «Magazine» (supplemento del Corriere della Sera). Comincia a scrivere per gioco, e nell’anno 2007 partecipa a numerosi Premi Letterari, dai quali rimane sempre escluso, a parte due segnalazioni. Nell’anno 2008, prima di lasciar perdere con la scrittura, partecipa con lo scritto “Candidato al Consiglio d’Istituto” al Premio Letterario “Le Fenici”: questa volta, oltre alla solita segnalazione, riceve una proposta editoriale da parte della Casa Editrice organizzatrice del Concorso. Nel gennaio 2009 pubblica il suo primo libro “Candidato al Consiglio d’Istituto”, seguito dalla raccolta di racconti “Non dobbiamo perderci d’animo” e da “Un’opera dalle molte pretese”. I tre testi fanno parte di un unico progetto, identificato in una sorta di Trilogia della Speranza. Ha pubblicato alcuni racconti sulle Antologie “ Tutti i colori dei bambini”, “I sentieri del cuore“ e “Alchimie di viaggio”, sempre con Edizioni Montag. Collabora alla rivista Visione della U.I.L.D.M. di Ancona, dove cura una rubrica di racconti intitolata Cortese…mente.