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Ma voi lo sapete perché vi piacciono i libri che vi piacciono?

Creato il 24 marzo 2014 da Lalettricerampante
Questo post forse non avrà molto senso. E mi rendo conto che non sia un granché come esordio per un post, ma preferisco mettere fin da subito le mani avanti e avvisarvi, così alla fine non venite a lamentarvi.Il fatto è che è qualche giorno che ho delle riflessioni in testa e so che non se ne andranno finché non le avrò messe nere su bianco. 

Ma voi lo sapete perché vi piacciono i libri che vi piacciono?

©Alessandra Vitelli

Vi siete mai chiesti perché un libro vi è piaciuto più di un altro? O perché amate tantissimo un romanzo e invece non riuscite ad andare oltre pagina cinquanta di un altro? C'è lo stile e la bravura dell'autore, certo. Un interesse o un'affinità con la trama sviluppata, ovvio. Ma poi credo che ci sia anche dell'altro. Forse è l'immedesimazione con qualche personaggio, la sintonia mentale che si crea in modo più o meno consapevole, quella sintonia che ti porta a dire: "cavolo, sono io!" o a pensare "cavolo, nella stessa situazione avrei reagito esattamente così!". Anche per le situazioni più assurde o disparate, quelle che, parliamoci chiaro, difficilmente vivremmo.Poi ci sono anche i ricordi, il leggere qualcosa su una pagina che nella tua mente fa scattare qualcosa, qualcosa che magari da tempo avevi dimenticato e che di colpo compare lì, davanti a te, grazie a delle semplici parole.
Mi vengono in mente due esempi, dovuti a letture recenti. Prendete ad esempio l'ultimo romanzo che ho recensito qui, Il posto dei miracoli. Io non appartengo a nessuna setta religiosa, anzi, ne sto ben lontana. Non sono cresciuta dietro a rigidi dettami e imposizioni e nemmeno nessuno ha mai tentato di dar fuoco alla mia casa. Però, a un certo punto, mi sono sentita Judith, la bambina protagonista. Nelle cattiverie che subiva da alcuni suoi compagni, ad esempio. Ma anche nel suo creare un mondo alternativo, nel suo bisogno di inventare storie per affrontare la realtà circostante e sopravviverle. L'ho sentita vicina, come se riconoscessi in lei un pezzetto di me. E non riesco a fare a meno di chiedermi se il libro mi sarebbe piaciuto comunque, se non avessi sentito questo legame, labile, molto labile, con lei.Un altro esempio è il libro Un giorno di David Nichols. Un incredibile successo di pubblico, in parte legato anche all'omonimo film. Io l'ho trovata una storia d'amore banale, già vista, stereotipata e, francamente, anche un po' odiosa. Poi, se mi fermo a pensare con calma al perché, mi viene in mente che io una volta ho vissuto una storia così. Ma non ero uno dei due innamorati protagonisti, ma la poveretta che si innamorava follemente di uno di loro e che veniva presa in giro (per chi ha letto il libro, io ero Ian, per intenderci). E mi ha fatto arrabbiare, mi ha infastidito vedere che queste cose succedono nella vita reale come nei libri. Non so, forse se non fossi stata Ian una volta nella mia vita non avrei trovato il romanzo così insulso.
Poi però penso anche ad altri tipi di libri, quelli con cui ovviamente non posso avere nulla in comune. Sono per lo più quei libri forti, quelli dolorosi, quei pugni nello stomaco, generalmente scritti da grandi autori (così, su due piedi, mi viene in mente Nemesi di Roth). Quei libri che con la tua vita non c'entrano assolutamente nulla (e per fortuna direi), ma che comunque riescono a scuoterti, farti pensare, farti star male. Cos'è che mi piace di questi romanzi? Cos'è che mi attrae e me li fa amare a quel punto?
Solo in alcuni casi riesco a dare una risposta precisa a queste domande. Ad esempio io ho una certa predilezione per i personaggi e le storie semplici, quasi buffe, con quei personaggi un po' ingenui, che fanno della semplicità e del candore lo strumento più efficace per affrontare il mondo. Datemi un romanzo così, e so già che mi piacerà. Magari non da impazzire, ma difficilmente lo chiuderò pensando "mamma mia che libro terribile che ho letto". Forse perché mi piacerebbe che il mondo si potesse affrontare davvero così, che tutti potessimo essere amici di tutti davvero e che il male e la tristezza potessero risolversi così, con un sorriso, un abbraccio o un piccolo, trascurabile evento inaspettato, che può renderti felice.

Ma voi lo sapete perché vi piacciono i libri che vi piacciono?

©Littleuvar

Insomma, non lo so. Non lo so perché certi romanzi mi piacciono ed altri no. Non so nemmeno se possa esistere davvero una spiegazione, non dico universale, ma almeno personale. Ed è per questo che vado sempre un po' nel panico quando mi fanno domande tipo "che genere di libri leggi?" (che poi, diciamolo onestamente, questa è la classica domanda di un non lettore a un lettore, quando cerca di darsi un tono) o ad affermazioni come "mi dici cosa ci hai trovato in quel romanzo?".Voi lo sapete? Voi riuscite a dare un senso o una logica ai vostri gusti letterari? A capire perché quel libro sì e quell'altro no? (Cioè, ovvio che ci riuscite... anche io so quando un libro mi è piaciuto e quando no, ma se mi chiedessero di motivarlo in modo concreto e approfondito, non so se ne sarei sempre in grado).
Come vi dicevo all'inizio, la mia mente aveva bisogno di dar sfondo a questi suoi forse un po' sconclusionati pensieri. Se siete arrivati fin qui e ora state pensando "ma questo post non ha senso!", non prendetevela con me... io vi avevo avvertiti!

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