La roba da leggere in questa età moderna e tecnologica arriva alla svelta. Poi rallenta, si ferma, come uno sciatore che si trova d'improvviso su un prato erboso, o una piena contro il pilone di un ponte. Si crea un attrito. La lettura crea un attrito. Il testo arriva velocemente per via digitale, e anche per posta, quando le poste funzionano. Ma la lettura (parlo di leggere, non di spigolare) è un processo lento, la lettura si riappropria del suo ritmo, che è quello, nella migliore delle ipotesi, del pensiero. C'è anche un po' di fatica nel leggere, ma lo si fa per passione, soprattutto se quegli attriti generano calore poetico, scambio di energia. In quell'attrito possono succedere cose interessanti. Oppure no.
Dunque, si diceva, leggo. A volte
ne farei anche a meno, ma succede che qualcuno mi chieda che cosa
penso di quel che scrive. Quindi leggo, e soprattutto rispondo. Perchè a
me mi frega l'educazione. Quando rispondo direttamente e non attraverso
una recensione, in genere cerco di essere più diretto. Ci giro meno
intorno, e non uso l'occasione per parlare di tendenze o altri
accidenti. Parlo proprio del soggetto in questione, di cosa e come
scrive, di cosa a mio parere bisognerebbe rivedere. La gente quindi ha
meno bisogno di leggere tra le righe, è quasi tutto lì. Deve dipendere
forse da questo un curioso fenomeno, che consiste in un successivo
silenzio dell'interessato, un silenzio che sta tra la pennichella del
dopo pranzo e il tacere un pò immusonito che segue un coito non
soddisfacente. Nella recensione è diverso: tu autore sei come davanti a
una telecamera, ti senti in obbligo di rispondere, dibattere, difendere
le tue scelte non tanto di fronte al "re/censore" quanto di fronte a chi
ha lasciato qualche commento, cioè "gli altri". Il giudizio degli
"altri" è importante, c'è poco da fare. Nel "consiglio richiesto" (molto
diverso dal consiglio non richiesto) invece no. Che è successo? Non ho
corrisposto alle tue aspettative? Non era questo che volevi sentirti
dire? Oppure quello che ti ho suggerito rimette in discussione le tue
certezze, bisognerebbe rimetterci le mani e invece "caspita - era così
bello com'era venuto, così di getto..."? Non lo so, suppongo soltanto, e
alla fine dubito che serva a qualcosa. Non che ci tenga particolarmente
ad avviare un epistolario, ma sta di fatto che il cortese scambio (per
fortuna un "grazie" arriva sempre) il più delle volte si esaurisce con
un secco 1-1 (media inglese -2). Il che potrebbe essere un vantaggio.