MACBA. Museo delle narrative parallele a Barcellona

Creato il 05 maggio 2011 da Witzbalinka

A partire dal 14 di maggio, il MACBA presenta l’esposizione Museo delle Narrative Parallele, commissionata da Zdenka Badovinac e Bartomeu Marí. Questa esposizione è la prima organizzata da L’Internazionale, un’iniziativa di cinque musei dell’Europa il cui fondo patrimoniale racchiude più di 40 mila opere e che fu costituita nel 2009.

La mostra riunisce un centinaio di opere della collezione del Museo di Arte Contemporaneo Moderno Galerija, della Slovenia, e partecipano all’organizzazione il Museo Julius Koller Society, di Bratislava; Van Abbemuseum, di Eindhoven;  Museum van Edendaagsen Kunst, di Anversa; Museo d’Art Contemporani, di Barcellona.

Questa interessante esposizione vuole discutere le narrative esistenti nell’arte, dove la parte occidentale dell’Europa ha imposto le regole di ciò che è esteticamente accettabile, senza considerare gli interessanti processi creativi che si sono registrati nei paesi dell’ex Unione Sovietica, i cui processi percorrevano strade parallele e con poche vie di incontro. Nonostante la ricchezza creativa che si ebbe tra le situazioni politiche complesse e il fatto che oggi si vive con la stessa complessità, gli artisti dell’Europa dell’Est sono quasi sconosciuti, come le loro proposte estetiche.

Durante gli anni ’70 e ’80 ci furono interessanti lavori di sperimentazione di forma violenta coi corpi tra gli artisti dell’Est, per sfidare e discutere aspetti sociali, politici e filosofici, come anche altri aspetti più iconoclasti che denunciano la banalità del potere e l’irrazionalità che portò al fallimento del comunismo sovietico. Questa proposta estetica, che confronta il potere attraverso l’uso del corpo come elemento liberatorio e catartico, acquisì una ricchezza straordinaria nei progetti creativi.

Tra questi artisti vi sono i cecoslovacchi Pert Stembera e Jan Mlcoch chi proiettarono la realtà socio politica nelle installazioni fatte coi loro corpi, sottomettendosi volontariamente a situazioni di violenza fisica. Stembera cominciò come pittore nel 1966, tuttavia la situazione successa nella primavera del 1968 nel suo paese, quando si trovava a Parigi, lo portò a sottomettersi a situazioni limiti come stare senza cibo per tempi prolungati.

Nel Giugno del 1971, Stembera realizza la sua prima installazione che chiamò Trasmissione di pietre. Nelle fotografie si può apprezzare Stembera che cammina per il campo trasportando due enormi pietre legate con corde sulla sua schiena. Così trasforma l’idea dell’asceticismo in una proposta artistica. Nella sua ricerca di narrare la sua disperazione per un mondo che lo complica, usa ogni tipo di esposizione rischiosa, perfino alle fiamme, all’acido ed ai prodotti chimici che si usano nell’agricoltura.

Quest’ arte, dove gli artisti usarono come modelli la loro propria fragilità e il loro corpo e che si ritrova anche in differenti correnti negli Stati Uniti e in Europa, riflette un angoscioso grido di richiamo contro tutto quello che danneggia l’umanità, e fu conosciuta come arte sociologica il cui manifesto fu scritto a Parigi da Francois Pluchart, nel 1974, e si chiamò Manifesto di Arte Corporale.

Per maggiori informazioni http://www.macba.cat/controller.php?p_action=show_page&pagina_id=52&inst_id=30266

Nancy Guzman

Se volete saperne di più sull’arte dell’Europa dell’Est del secolo scorso, includendo questa arte estrema, dovete solo visitare il MACBA se vi trovate a riposare in appartamenti a Barcellona

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Tradotto da: Vanessa
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