ci sono giorni in cui ci si può permettere di svegliarsi tardi e sonnecchiare fino alle 9, fare colazione con calma e guardare un po’ di tivù in relacs. ci sono giorni in cui non ce lo si può permettere. ma lo si fa comunque (dopotutto il primo lunedì del mese serve a sentirsi ancora in tempo per sbrigare tutto, quindi la flemma avanza).
in eni cheis. mi sono guardata un pezzo di “non è la rai”. orrendo il tolc sciò con una sabrina impacciatore che media tante squinzielle che discutono banalmente sull’importanza dei soldi. ripensandoci, però, son tanto più profondi sti discorsi di quelli che si sentono in tivù recentemente. rivedo la francesca -bellaria mi pare si chiami (non ho voglia di gugolare per controllare)- che fa un quiz musicale alla marzia e a un’altra. sorrido. mi ipnotizza. ecco sempre la marzia che canta, poi arriva l’eleonora cecere (?) e ballano tutte. ed ora parla la nonna: adesso si, che posso dire che “ai miei tempi” le ragazzine davano un’idea più genuina, più pulita, meno scheletrica, più attiva. ed anche più riccia, decisamente.
poi è arrivato lui. il caraoche. dallo sfondo capisco subito che è una delle prime puntate. infatti, ad alba, che mi pare fosse una delle prime lochescion, c’era la chiesa coi mattoni a vista e ben meno persone delle altre puntate seguenti. oddio, non pensate sia un fenomeno eh, è che mi colpì perchè di alba sono i miei cugini ed io speravo di vederli tra il pubblico, tutto qui. ed ora il ricordo quasi cristallino di una tipa che cantò “il gatto e la volpe” con tutti i ghirigori. fu usata poi per la pubblicità. quindi i ghirigori hanno plasmato la canzone nella mia testa.