A pochi mesi dal voto per l’elezione del nuovo parlamento macedone, che sarà annoverato tra i più monitorati della storia del paese, il quale ha puntati addosso gli occhi di Unione Europea ed Osce, un report della Commissione Elettorale di Stato ha evidenziato che i tentativi di organizzare dei brogli non mancano.
Secondo la relazione ci sarebbero nelle liste elettorali ben mezzo milione di nomi che, con tutta probabilità, non corrispondono a persone reali: dai controlli incrociati svolti dalla commissione infatti alcuni sarebbero residenti in luoghi inesistenti, mentre altre dozzine condividerebbero lo stesso recapito.
I commissari hanno quindi annunciato che saranno svolti ulteriori controlli incrociati con i database in loro possesso e che, terminato il lavoro, sarà redatta una relazione definitiva.
Anche l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) ha mostrato le proprie perplessità, facendo notare, anche controllando i dati relativi alle precedenti tornate elettorali, che 1.8 milioni di aventi diritto su un paese che conta una popolazione totale di 2 milioni di abitanti sono una cifra non realistica.
L’immediata reazione del Sdsm, il partito socialdemocratico guidato da Zoran Zaev, nei confronti del partito di maggioranza, il Vmro-Dpmne (Partito Democratico per l’Unità Nazionale Macedone) dell’ex premier Nikola Gruevski, è stata come sempre dura, con un comunicato nel quale si ribadiscono le accuse di irregolarità e disonestà da parte del governo.
Nonostante questo tentativo su vasta scala, anche come grado di ingenuità, di influenzare l’esito delle elezioni, incrementando di quasi il 50% il corpo elettorale, la maggioranza non si è però scomposta, cercando di far passare la cosa come l’ennesimo complotto, stigmatizzando l’attacco dei socialdemocratici che starebbero “mettendo le mani avanti sapendo già che l’esito delle urne sarà loro sfavorevole”.
Proprio a causa di problemi e controversie di questo genere, oltre che per l’impreparazione del paese ad organizzare in breve tempo elezioni anticipate che soddisfino gli standard richiesti da Osce ed Ue, la data del voto, inizialmente prevista per il 24 aprile è stata posticipata al 5 giugno, anche se pare improbabile che, qualsiasi sia il giorno scelto, si possa contare su un esito delle urne che non sia influenzato da irregolarità oltre che dal forte controllo che ancora il partito di Gruevski esercita sui media.
La necessità di organizzare questa tornata elettorale straordinaria è scaturita dal duro scontro tra maggioranza ed opposizione, che prosegue da oltre un anno e che è nato dalla pubblicazione da parte del Sdsm di migliaia di intercettazioni telefoniche, nelle quali membri dell’esecutivo e funzionari del governo discutono di brogli elettorali, di controllo della stampa, di pilotare nomine a cariche pubbliche, di insabbiare casi di omicidio ed altre questioni che hanno portato a galla il sistema di corruzione che permea le istituzioni del paese balcanico.
oltre a questo si è anche scoperto che il governo di Skopje spiava illegalmente le telefonate e le e-mail oltre 20.000 cittadini tra giornalisti, politici e attivisti di Ong in quella che è stata definita “la più ampia operazione di spionaggio nella storia della Macedonia”.
Gruevski dal canto suo ha sempre sostenuto che queste registrazioni sarebbero false, create appositamente e fornite a Zaev (nel mentre accusato di spionaggio ed attività sovversiva) da dei non meglio definiti servizi segreti stranieri, con il fine di destabilizzare il paese.