Esordio alla regia di un lungometraggio per il regista Paolo Fazzini, Mad in Italy [2012] utilizza in maniera riuscita la riconoscibile strada del thriller, per raccontare l’Italia di oggi, per denunciarne, urlando, la pesante e irrazionale realtà sociale.
Fazzini utilizza il genere combinandolo con tematiche di un’attualità straziante; il regista non ricerca il solo scopo ludico che, anzi, sfida abbandonandosi ad un ritmo filmico molto personale, ma lo scambio biunivoco con un pubblico attivo, che possa ricevere le informazioni racchiuse all’interno della struttura thrilling, discernendo realtà e fantasia.
Proprio questo modo di vivere [e proporre] il genere come un contenitore che debba spingere all’analisi critica [dell’attualità e della cronaca sociale del Belpaese, in questo caso] è il punto di massima riuscita di Mad in Italy.
Un film che si fa fotografia di un momento storico davvero critico per l’economia globale, che racconta la storia di un giovane precario, Davide [Gianluca Testa], un solitario trentenne, orfano, che abita in un isolato casolare fra le assolate colline marchigiane. I soldi non bastano mai e, come se questo non bastasse, senza una vera ragione, il suo datore di lavoro lo licenzia, di punto in bianco, spingendolo a superare il punto di non ritorno. Davide non riuscirà a trattenersi dallo sprofondare in un vortice di follie e vendetta, completamente alla mercé delle cicatrici derivate dai suoi traumi di gioventù e dalle ferite dovute ad una nera e intima disperazione.
Capro espiatorio della cieca ricerca di vendetta che ormai tiene Davide in vita è un’indifesa ragazza [Eleonora Bolla], colpevole unicamente d’appartenere ad una famiglia molto abbiente. La giovane diventa oggetto di un’improbabile vita di coppia, fatta di momenti di tortura [psicologica e fisica] credibili per la dura freddezza.
A far da sfondo al periodo di segregazione della ragazza, è proprio il periodo socialmente buio che, come un virus, ha infettato anche l’Italia incorniciata nel titolo: da un lato Fazzini descrive la labilità della mente di Davide, dall’altro l’instabile e pericolosa morbosità che inficia istituzioni politiche, familiari e forze dell’ordine tutte made in Italy, instaurando un macabro ma veridico gioco di specchi.
Come da dichiarazioni dello stesso regista, Mad in Italy ha radici profonde anche nella cronaca nera raccontata, anche in questo caso in maniera sempre più clamorosa, dalle pagine di riviste e quotidiani e dalle immagini di TG e Talk; questo secondo nodo operato da Fazzini lega ancora meglio il suo film alla realtà ammalata che vuole narrare, intarsiando abilmente il vero con rapidi ma importanti schizzi di un’incisiva venatura d’ironia nera e di momenti onirici squisitamente orrorifici.
Luca Ruocco
Regia: Paolo Fazzini
Con: Gianluca Testa, Eleonora Bolla, Rodolfo Medina
Sceneggiatura: Paolo Fazzini
Produzione: E ² = G Produzioni
Anno: 2012
Durata: 95’
Trailer: http://www.youtube.com/watch?v=D-9BfkgTjU8