L'entusiasmo di Cannes si è presto riversato anche nelle sale italiane: quel Mad Max, il cui quarto capitolo è stato aspettato pazientemente da fan e regista per 30 anni è un capolavoro.
Una goduria per gli occhi, a detta di tutti (o quasi) e quindi cosa fare?
Andare a vederlo pur sapendo di non essere fatta per il genere?
Farsi tentare dalla voce suadente di Tom Hardy?
Però, e di però ce ne potrebbero essere tanti, la voglia di vedere quella trilogia cult non c'è, vuoi perchè gli anni '80 e i suoi incubi apocalittici mi sono indigesti, vuoi perchè con Mel Gibson non ho mai avuto un buon rapporto, e dovermelo sorbire in non uno ma tre film è chiedere troppo.
Fortunatamente, a detta di una più esperta Bolla, questo Fury Road è godibilissimo anche senza alcuna preconoscenza e quindi via, forti della versione v.o. del multisala, io e un incontenibile giovine siamo andati a provare noi stessi.
La prima considerazione da fare è che potevamo tranquillamente evitare la v.o.
Poche, pochissime le parole e i dialoghi del film, e sebbene l'accento di Tom Hardy faccia rabbrividire di piacere sempre e comunque, gli 8 (otto) euro li potevamo risparmiare.
La seconda considerazione è che sì, l'entusiasmo di Cannes, l'entusiasmo di blogger e di pubblico ha ragione di esistere: Mad Max è una gioia per gli occhi, una gioia che se ne frega di profondità, che vuole godere e lasciarsi andare, trascinati da una musica trasbordante e incessante, che rende ancora più intensi quegli improvvisi silenzi.
La terza considerazione è che forse sì, non sono proprio il pubblico più adatto per questo genere di pellicole.
La tanta azione di cui si compone per intero il film, forse risulta troppa per una quasi neofita come me, e mentre il giovine a luci accese chiedeva ancora, ancora corse lungo il deserto, ancora esplosioni, ancora schitarrate infuocate, io già all'incontro con una estremamente in forma Megan Gale ero pronta ad alzarmi, applaudire convinta di essere arrivata al fondo.
E invece no, c'era un ritorno da affrontare perchè fondamentalmente questo Mad Max è un road movie a/r, un road movie affrontato da un pazzo suonato, la cui missione è sopravvivere in un mondo apocalittico diviso come sempre in caste, in cui i ricchi (o il ricco) detiene il potere: il petrolio, i proiettili, l'acqua. Un ricco che si circonda di donne fertili con cui arricchire il suo sterminato esercito di uomini della guerra pronti al sacrificio per il suo nome e per la gloria del Valhalla, dove il sangue, soprattutto quello di un donatore universale, è un'altra ricchezza preziosa.
Capita però che queste donne non ci stiano più, che guidate da un'imperatrice dal profetico nome di Furiosa, tentino la fuga, che quel pazzo sia una sacca di sangue legato a doppio filo (o catena) a un giovane della guerra fortunatamente non così stupido e che quindi l'incrociarsi del loro destino sia inevitabile.
La trama tanto esile quanto profonda (se si vanno a fare facili ma mai banali confronti con il passato, con il presente e con un futuro prossimo) viene fagocitata da quello che davvero compone un film di questo tipo: l'azione e l'estetica.
Tutto è curato nel minimo dettaglio, dai costumi bianchi e lindi delle madri alle cicatrici/tatuaggi dei pelati della guerra, dal design di auto costruite e arricchite dagli scarti alla composizione di ambienti fertili, acidi, desertici.
Le folle corse di mezzi di fortuna e di assalto sono fatte poi per lasciare via via con il fiato sospeso, o direttamente senza fiato, viste le prodezze a cui probabilmente tutti gli stuntman iscritti al sindacato americano e non, sono stati chiamati.
Azione, tanta azione, esplosioni, scontri, arpionamenti, spari e controspari, attacchi a sorpresa, il tutto sottolineato dalla vera protagonista del film, che oscura la buona prova di un Tom Hardy che nelle parti del pazzo sta così bene e di una feega con la F maiuscola come Charlize Theron: la musica.
La colonna sonora composta da Junkie XL è di quelle che esalta, di quelle per cui godi assieme a quel chitarrista pazzo forse più di Max, di quei tamburi chiamanti la guerra. Un misto tra elettronica, metal e rock che rende una pellicola come Mad Max una gioia non solo per gli occhi ma anche per le orecchie, un folle viaggio on the road che anche se sembra durare troppo, entusiasma.
Eccome se entusiasma.
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