Dopo essersi fatto notare un po’ troppo, creando uno scompiglio generale e conseguente inseguimento della polizia, che fa capo al terribile capitano Chantel DuBois, per le strade del Principato, l’allegro gruppo troverà rifugio nei carrozzoni di un circo in viaggio verso Roma e poi Londra, con probabile tappa finale in America …
Chantel DuBois
Certo, la sceneggiatura scricchiola parecchio e arriva ad un momento di stanca nella parte centrale, mancando l’obiettivo di una narrazione propriamente corale ed incentrando l’attenzione su singole scene, puntando ora su un ipercinetismo pronto a sfidare qualsiasi nesso logico o scientifico (l’inseguimento mozzafiato per le strade di Monaco, le stesse del Gran Premio di Formula 1), ora sui luoghi comuni propri di paesi come la Francia e l’Italia (qui sulle note di Con te partirò, Bocelli, tra un’udienza dal Papa e un tramonto ai Fori Imperiali, l’irriverenza sublima il delirio) ed infine su riferimenti cinefili (il risveglio dei poliziotti francesi sulle note di Non, je ne regrette rien, intonata da DuBois novella Piaf, come in Inception, 2009, Christopher Nolan) e coloratissimi giochi di luci tra lo psichedelico e il lisergico (i numeri circensi, ispirati in certo qual modo a quelli del Cirque de Soleil), con un 3d che pur non aggiungendo nulla in termini di profondità si rivela funzionale allo scopo e finalmente integrato alla narrazione.Vitaly, Gia e Stefano
I suddetti momenti di stanca, la ripetitività di molte situazioni, trovano una certa mitigazione nell’introduzione di validi personaggi ad affiancare i noti mattacchioni: la tigre Vitaly, la deliziosa Gia, un giaguaro, la simpatica orsa Sonya in tutù e grugnito d’ordinanza e, il mio preferito, Stefano, un leone marino che ricorda non poco, anche nel look, il buon vecchio Goofy (Pippo) delle origini nell’essere così fiero della sua intelligenza “ben al di sotto della media”.Un film d’animazione che non chiede altro d’intrattenere stupendo e, tra alti e bassi, ci riesce in pieno, sia nei confronti dei più piccoli che in quelli degli adulti non accompagnati da minore: pur mitigando la mia nota idiosincrasia per i sequel in odore di serializzazione, considerando che mi sono effettivamente divertito, concludo ricordando la tradizione del tre come numero perfetto …
L’orsa Sonya e Julien