Madre e padre costituenti

Creato il 13 luglio 2014 da Blogaccio @blogaccioBlog

Siamo praticamente alla vigilia dell’approvazione di sostanziali modifiche alla Costituzione che determineranno le Leggi fondamentali di riferimento del popolo italiano almeno per i prossimi 50 anni ed allora c’è venuto in mente di andare a scorrere i nomi di coloro che nel 1946 furono eletti alla Assemblea Costituente incaricata di redigere la Costituzione della Repubblica. Tra i 556 membri si leggono anche nomi di intellettuali e comunque molti furono i personaggi riconoscibili che di diritto entrarono a fare la storia. Ne abbiamo scelti a caso un breve elenco giusto per restituire un’idea del livello delle personalità che redassero la Costituzione in vigore senza voler far torto agli altri: Scoccimarro Mauro, Terracini Umberto, Iotti Leonilde, Nobile Umberto, Pajetta Gian Carlo, Marchesi Concetto, Gronchi Giovanni, Moro Aldo, Scalfaro Oscar Luigi, La Pira Giorgio, Rumor Mariano, Segni Antonio, Zaccagnini Benigno, Croce Benedetto, Einaudi Luigi, Covelli Alfredo, Orlando Vittorio Emanuele, Nenni Pietro, Treves Paolo, Merlin Angelina Livia, Pertini Sandro, Preti Luigi, Pacciardi Randolfo, Parri Ferruccio, Sforza Carlo. Segno dei tempi che cambiano evidentemente se dopo 68 anni, per conto di Berlusconi in qualità di padre putativo è stato chiamato a redigere le riforme Denis Verdini da Fivizzano (Massa-Carrara), del cui curriculum vitae le cronache di questi ultimi anni non hanno tralasciato di erudirci su alcuna delle qualità possedute dal nostro ed i registri parlamentari non hanno mancato di segnare l’attaccamento alle Istituzioni a testimonianza dello spessore politico del personaggio mentre, per conto di Renzi, il compito di redigere la Riforma in qualità di madre costituente è stato affidato a Maria Elena Boschi consulente di una spanna superiore in quel di Firenze al punto da esser promossa ministro appena s’è data l’occasione forse per l’ottima conoscenza che ha della grammatica italiana da secchiona quale essa stessa si definisce. Gli hanno affidata in mano la Costituzione da riformare non certamente per la grazia e l’avvenenza che tutti le riconoscono, ma perché non è stata politico nemmeno per un giorno e coi tempi che corrono è un requisito indispensabile. Gliel’hanno messa in mano la Costituzione della Repubblica Italiana e lei si è applicata a modificarla con lo stesso cruccio di una bimba che smonta e rimonta la cucina di Barbie gelosa che altri possano darle noia spostandole i pezzi. Riuscirà mai la bellezza a fare ombra alla saggezza dei Croce, degli Einaudi, dei Marchesi, dei Nenni, dei Covelli ecc. ecc.? Quando la bellezza inevitabilmente sarà sfiorita e la buona stella di B sarà definitivamente caduta nella polvere, qualche romantico potrebbe finire per riscoprire ed apprezzare almeno nel metodo, il lavoro della bicamerale Dalema frettolosamente rottamata e all’angelo ministro delle riforme non resterà altro da fare che trovare marito…


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