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“Madri di anime di uomini vivi” di Giovanni Farina dal carcere di Siano Catanzaro

Da Danidom57

“Madri di anime di uomini vivi” di Giovanni Farina dal carcere di Siano CatanzaroDa anni vivo sotto il peso di un’esistenza che non è più la stessa.

Incontri di spiriti e di fantasmi nelle lunghe passeggiate sotto le larghe

Braccai dei castagni illuminati dalla luna, dalle fronde ombrose, bagnate dalla brina della nebbia. Momenti di immaginazione e di pensiero libero nel corpo e nella mente.

Ora invece il mio corpo è stretto da mura di cemento nere di umidità prigioniero di un’esistenza lenta, senza idee, senza limite.

Sono geloso dei sogni che non ci sono pi, che si sono allontanati, svaniti, sciolti nel nulla…

Il mio spirito, anche da sveglio, è sotto assedio scrutato da occhi invisibili che, in continuazione, mormorano dentro le mie orecchie i minuti, gli attimi della mia condanna senza esistenza.

Sono costretto, giorno dopo giorno, a camminare dentro un vestito nuovo, logoro dal tempo che passa.

Non sono reale stretto in un’esistenza che non c’è.

Circondato da corvi che si cibano del tuo respiro, di ogni tuo attimo.

Resto assente per giorni, non vedo, non sento la loro presenza, sono piombato in un profondo oblio da anni, insensibile, non sento la mia presenza.

Il sonno profondo che, giorno dopo giorno, mi ha fatto suo non mi fa sentire i rumori, le voci che sento non mi appartengono.

Prigioniero di un soffitto che non vuole farmi riconoscere il cielo, il sole che mi ha nutrito a ogni risveglio del mattino.

Sono giorni che dalla stretta finestra entra un insetto nero con macchie gialle, si fa un giro in questo angolo buio penso stia cercando dove fare il suo nido. Lo lascio fare, non mi dà fastidio, è troppo concentrato a creare la rinascita.


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