Madrid. Una parola, migliaia di ricordi che affiorano alla mia mente. Volti, suoni, immagini e sapori nuovi. Una rinnovata gioia di vivere. Colta da un’improvvisa voglia di raccontare, accompagnata dalla nostalgia di giorni felici e ricchi di sole, mi accingo a scrivere questo post in un pigro pomeriggio di inizio dicembre.
Siamo al quarto piano, sotto è tutto un via vai di gente, spagnoli indaffarati e turisti leziosi che si godono una passeggiata dal Parque del Retiro a Puerta del Sol, centro della vita e della movida madrilena. Poco più lontano sorge Plaza Mayor, con i suoi palazzi colorati e i portici pieni di locali in cui è possibile gustare piatti tipici della tradizione spagnola.
Non manca la paella, classico intramontabile della cucina iberica, ma la
Non c’è bisogno di camminare molto per arrivare al Mercado de San Miguel, mercato gastronomico che offre le migliori specialità spagnole ed europee. E, parlando di mercato, impossibile non citare il famoso Rastro, il mercatino delle pulci che si svolge ogni domenica alla Latina, il quartiere più colorato ed esuberante di Madrid.
Tra le bellezze architettoniche, camminando ancora un po’, si trovano Palacio Real e la Catedral de la Almudena, il cui altare maggiore è stato affrescato pochi anni fa da Kiko Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale.
Chi ama l’arte ha un’ampia scelta: il Padro, il Reina Sofia, la Fundacion Thyssen sono solo alcuni dei musei in cui è possibile ammirare capolavori di tutti i tempi, come la Maya Desnuda di Goya e la Guernica di Picasso.
Una delle cose che mi ha stupito appena arrivata è stata la vita notturna. Non quella dei giovani in cerca di locali in cui far baldoria, ma quella dei madrileni che alle due di notte portano tranquillamente a spasso il cane o si fanno una passeggiata con gli amici.
Il senso di sicurezza che provo camminando da sola a orari improbabili è unico. Nessuno si avvicina a una bella ragazza tutta in tiro, né la molesta né le rivolge complimenti. Mi sento completamente a mio agio, anche se poche settimane dopo il mio arrivo subisco il furto del portafogli. Questo non avviene di notte, ma la mattina di ritorno da una serata in discoteca, mentre la città ancora dorme.
I ritmi degli spagnoli sono molto più lenti rispetto a quelli degli italiani, benché neppure noi brilliamo per efficienza. I negozi aprono tardi e la giornata lavorativa raramente inizia prima delle 9. Io ho la fortuna di lavorare in un posto bellissimo, all’interno della stazione Atocha, dove sorge un invidiabile giardino con tanto di vasche piene di tartarughe. Il Progetto Leonardo Da Vinci mi ha portato negli uffici di Autogrill, mi occupo di risorse umane, e intanto arricchisco la mia vita con nuove conoscenze.
Un’altra parte importante della mia quotidianità madrilena è rappresentata dal Cammino. Ho la fortuna di vivere a pochi passi da una delle parrocchie più ricche della capitale e con la comunità vivo esperienze straordinarie, come l’incontro con Kiko a Valencia e il matrimonio di due fratelli. Ma, soprattutto, trovo una nuova famiglia che mi fa sentire veramente a casa.
Un’esplosione di vita, Madrid, una vita che è stata mia per un tempo troppo breve e che resta lì, tra le pagine più belle della mia storia.