Proseguendo nella ricerca e conoscenza dei “Maestri di carta”
di appassionati giardinieri o professionisti del verde, nel mio percorso ho incontrato, solo via web per ora,
LIDIA ZITARA
Lidia è giornalista e scrittrice, animatrice del forum Compagnia del Giardinaggio e creatrice del blog Giardinaggio Irregolare .
Seguo da tempo i suoi scritti, condivido con lei l’amore per il verde e la natura e spesso il critico pensiero, ho atteso l’uscita del suo libro Giardiniere per diletto e sono stata felice di aderire al concorso fotografico indetto sul personalissimo blog “Autunno nelle regioni mediterranee ”.
Così ha risposto alla richiesta di partecipazione alla mia rubrica:
“aderisco alla tua proposta molto volentieri, mi piace parlare di libri. Ho letto anche le scelte di Tasini e di Buccioli, che in qualche modo prevengono quelle che avrei potuto fare io. Consigliare un libro è per me tutt’altro che semplice, sono combattuta tra un consiglio giornalistico, storico, letterario, tecnico. Ho sempre cercato nella mia vita di assaggiare ogni frutto che potevo, e uno dei miei motti è:’Kant in una mano, /Novella 2000/ nell’altra’.
Spesso nei testi più rigorosi si trovano molte risposte che si sono a lungo cercate (insieme a molte, rinnovate, domande), ma è anche più vero che la sintesi letteraria e poetica ha una presa maggiore sulla nostra mente ed è in grado di rivelarci ‘l’ultimo orizzonte’ molto più chiaramente di quanto non riescano studi scientifici”
Lidia suggerisce la lettura di
Il mio libro-guida (non mi piace chiamarlo “maestro”)
‘Il significato dell’estetica. La funzione estetica in rapporto alla realtà sociale, alle scienze, all’arte’ – di Jan Mukarovsky
- “Jan Mukarovsky, un esteta strutturalista cecolslovacco attivo soprattutto nel periodo postbellico. Il volume è stato pubblicato nel 1973 da Einaudi nella collana Paperbacks (n°43). Mukarovsky ha un linguaggio semplice e comprensibile, a domanda porge immediatamente una risposta chiara e puntuale, il che non ne sminuisce la potenza immaginativa e capacità creativa. I temi che tratta sono i nodi centrali di ogni riflessione sulla bellezza e sulla sua importanza nella comunità sociale. Cos’è la norma estetica (ciò che Hume chiamava /standard of taste/), qual è la funzione della bellezza all’interno della nostra società? Sono tutte domande a cui si cerca spesso di dare una risposta logica, rimanendo impantanati in una serie di punti interrogativi che si avvitano su se stessi. Mukarovsky non si cela dietro a fraseologia accademica, ma usa parole comuni e un dettato piano e terso. Sorprende che questo autore così illuminante sia poco conosciuto a scapito di altri filosofi che, seppur grandissimi, sono stati spesso meno chiari, come Hegel o Kant”.
La distinzione. Critica sociale del gusto - Pierre Bourdieuedito ultimamente da il Mulino
- “Un altro dei miei libri-guida già di difficile reperibilità. Anche questo è un testo tanto poco conosciuto quanto illuminante. Penso si dovrebbe proporre come lettura scolastica già alle scuole medie e somministrare per via rettale a certi giardinieri che si improvvisano filosofi. Spesso leggo o sento sproloqui estetico-giardinicoli (magari anche dotti) che rivelano una totale /mancanza di autocoscienza/ del se sociale. Bourdieu elabora una teoria molto precisa sul gusto: esso è un atteggiamento non già di favore verso un /oggetto estetico/, ma l’esatto opposto, cioè una presa di distanza, motivata da consapevoli, ma più spesso inconsapevoli, scelte politiche, sociali, economiche, culturali”.
Prateria - William Least Heat-Moon
- “E come ultimo, /dulcius in fundo/, mi sono tenuta le opere di William Least Heat-Moon. Tutte parlano di grandi spazi aperti, della libertà, dell’indipendenza del singolo che aveva già sperimentato Thoreau in /Walden. /Le sue opere sono a metà tra il romanzo e il saggio e analizzano in maniera profonda il rapporto tra le comunità sociali e i luoghi che abitano. Il mio preferito è /Prateria. Una mappa in profondità/, edito da Einaudi nel ’94 e già quasi introvabile. Dopo la riscoperta delle graminacee da parte di Karl Foester e l’uso informale e fantasioso che ne hanno fatto Oudolf e Clément, è esplosa una vera e propria moda delle praterie, dei /meadow gardens/, dei prati fioriti, e un po’ tutti ci siamo presi il “mal di Kansas”. Non posso dire di esserne immune, come non sono immune al fascino onirico della prosa di Least Heat-Moon e al suo illuminare spazi altrimenti oscuri. I suoi libri sono veramente come una cartina geografica: ‘un modo per organizzarsi le sorprese’”.