Mafia, minacce al giornalista Paolo Borrometi: “Ti acceco con le mie dita. Ho preso la mia decisione, tu morirai”

Creato il 18 ottobre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

“Ti acceco con le mie dita. Ho preso la mia decisione, anche se mi arrestano c’è chi viene a cercarti. Tu morirai”. Sono queste le nuove minacce di morte arrivate al giornalista siciliano Paolo Borrometi, 32 anni.

Mafia, minacce al giornalista Paolo Borrometi: “Ti acceco con le mie dita. Ho preso la mia decisione, tu morirai”. Borrometi, collaboratore dell’Agi e direttore del sito web “laspia.it” è stato minacciato pubblicamente di morte sul noto social network Facebook da Venerando Lauretta, già in carcere per associazione mafiosa. “Ora vai a denunciarmi, voglio pagarti il reato che commetto su di te – scrive Venerando Lauretta nei confronti di Borrometi -. Comunque ti verrò a trovare pure che non vali i soldi del biglietto, sarò dietro la tua porta. Mi viene da ridere pensando il giorno che sei tra le mie mani. Ti devo accecare con le dita, non ti salva neanche Gesù Cristo. Il tuo cuore verrà messo nella padella e dopo me lo mangerò. Ho preso la mia decisione, anche se mi arrestano c’è chi viene a cercarti, tu morirai”.

Paolo Borrometi è da tempo sotto tutela, dopo essere stato oggetto di intimidazioni ed anche una aggressione, che ha lasciato al giornalista una menomazione alla spalla. Già ad agosto scorso il cronista era stato minacciato di morte da Gionbattista Ventura, fratello di Filippo Ventura che, per la Direzione Nazionale Antimafia (Relazione 2014) è il capomafia di Vittoria (Ragusa) e per questa motivazione è in carcere.  Ventura aveva scritto: “Ti scipperò la testa, sarò il tuo incubo. Ti scipperò la testa ovunque, anche all’interno del Commissariato di Vittoria”.

Paolo Borrometi su Facebook commenta: “Quale sarebbe (stavolta) la mia colpa? Quella di avere denunciato, fra gli altri, anche Venerando Lauretta e suo figlio (Riccardo) per minacce e ingiurie. Per Lauretta, suo figlio no, non dovevo denunciarlo. Lui poteva e può minacciarmi, a seguito di alcuni miei articoli sulle attività illegali della famiglia Lauretta nel Mercato di Vittoria, ma io no, non potevo nè dovevo denunciarlo. Perchè per Lauretta – scrive Borrometi – “loro” possono fare e minacciare di morte tranquillamente. Noi non possiamo denunciare. Eppure chi crede nella Giustizia, deve denunciare e sa che accanto avrà le forze dell’ordine. Così come sono certo sarà anche questa volta con me. Sono stanco, dobbiamo fare quadrato contro questi mezzi uomini. Denunciare sempre e stare accanto a chi denuncia”. (AGI)