La scoperta di decine di fusti di rifiuti tossici nelle campagne antistanti Casal di Principe ha improvvisamente fatto breccia nella coltre che avvolge il traffico illecito di rifiuti. Tra confessioni di ex boss e la mobilitazione della società civile, si è alzato il poleverone.
TERRA MALATA – «La Campania è malata, migliaia sono i morti ogni giorno di cui nessuno parla». Questo una delle tante testimonianze raccolte in questi mesi tra Caivano, Afragola e Casal di Principe. Morti per tumori, morti a causa degli sversamenti che la Camorra ha compiuto nei primi anni novanta quando dal nord Italia pervenivano richieste di smaltimento rifiuti chimici e speciali. I boss del casertano hanno sempre risposto “presente” e per anni hanno riempito i terreni di scorie radioattive, residui chimichi e metalli pesanti.
Martedì scorso, quando i militari della DDA di Caserta e i Vigili del fuoco hanno compiuto degli scavi esplorativi nella campagna di Casal di Principe, ne hanno trovato una prova inconfutabile. Fusti di natura industriale sono stati individuati a circa 9 metri sotto terra: le operazioni sono state fermate per permettere la messa in sicurezza della zona affinchè gli operatori dell’Arpac potessero raccogliere campioni di terreno per le analisi. La zona analizzata si trova infatti a pochi metri da una ludoteca e dal luogo in cui viene solitamente preparato il mercato cittadino. I risultati sembrano scontati, ma c’è chi pensa che qualcosa venga ancora nascosto.
LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO SU DAILYSTORM
Tagged: Camorra, Caserta, Napoli, Rifiuti, Rifiuti tossici, Traffico rifiuti