Mafie e dintorni #27 – Mafie, i beni confiscati dall’Italia all’Europa: un percorso ad ostacoli

Creato il 03 marzo 2014 da Andcontr @andcontr
A 18 anni dalla Legge Rognoni-La Torre, Libera ragiona su come aggredire le mafie, a cominciare dalla confisca dei beni, che sbarca anche in Europa

LE MAFIE RESTITUISCONO IL MALTOLTO –  “La confisca è lo strumento più valido per aggredire i patrimoni mafiosi, rendendo i crimini dei boss non paganti e pertanto inutili. Va fatto qualcosa di più per l’uso sociale di questi beni condivisi. Non è un mercato, c’è il sangue e la vita delle persone”. Con queste parole Don Luigi Ciotti ha esortato la numerosa platea riunita a Roma per il Forum nazionale dei Beni Confiscati che ha visto la partecipazione di oltre 400 realtà associative, istituzioni di vario grado, il sindaco di Roma e tre ministri. A 18 anni dall’approvazione della legge che prevede il riutilizzo sociale dei beni confiscati l’associazione Libera ha voluto riunire tutti le associazioni e le istituzioni che in questi anni sono state parte di questo riutilizzo, per fare il punto della situazione e traccia le linee guida per una possibile riforma.

I numeri dati nel convegno “le mafie restituiscono il maltolto” sono da capogiro: l’Agenzia dei Beni Confiscati nel suo ultimo report quantifica in 12.946 i beni confiscati in Italia, di cui 11.238 immobili e 1.708 aziende. Di questi il 35% del totale sono in gestione all’agenzia stessa, mentre il 52% è stato destinato. Nella sola città di Roma sono 361 i beni in totale, 107 quelli in gestione, 197 quelli destinati e consegnati. Discorso a parte per le aziende: sono 1.211 quelle ancora in gestione dell’Agenzia nazionale, mentre 497 sono uscite dalla gestione per essere destinate alla vendita, liquidazione o procedura di fallimento.

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Tagged: Beni confiscati, Europa, Libera

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