di Matteo Zola
In questi giorni è sotto processo a Banja Luka uno dei soci di Darko Saric, tale Zoran Copic, su di lui l’accusa di aver riciclato il denaro sporco del narcotraffico attraverso la compravendita della fabbrica di zucchero di Bijeljina, cittadina serba in Bosnia Erzegovina. Dopo aver concluso l’affare, ha pensato di lasciare la direzione della fabbrica al suo partner, il famoso imprenditore Enver Moralic.
La vicenda mostra come la mafia balcanica sappia infiltrarsi anche nell’economia legale avvalendosi di prestanome di prim’ordine in un sistema di corruttele che investono il mondo dell’industria come il mondo degli affari. Nel novembre 2010 il giornale autriaco Der Standard pubblicò la notizia che circa 100 milioni di euro erano stati riciclati da Saric nell’istituto carinziano Hypo Alpe Adria Group, all’epoca al centro di torbidi (della vicenda abbiamo parlato in La cupola nel caveau, Narcomafie 9/2011), la quale avrebbe garantito a Saric una linea di credito con cui investire nel progetto immobiliare Blok 67 in fase di realizzazione nella periferia di Belgrado. E’ forse non secondario ricordare come il Gruppo Hypo sia stato al centro di una serie di scandali che riguardano politica, mafia e finanza croata.