La sua psiche già fragile crolla come un castello di carte al vento e di mezzo ci si mettono anche riti sciamanici....
Sebastian Silva, il regista di Magic Magic , è un giovane appena 34enne che ha già un curriculum piuttosto nutrito.Naturalmente da noi è stato distribuita solo una piccola parte del suo lavoro e specificatamente il suo unico film che ha raccolto successo internazionale, quell' Affetti e dispetti ( La nana) che ha fatto girare la testa a più di un critico.
Un film di difficile codificazione per quanto mi riguarda, orgogliosamente transgenere e che lasciava numerosi interrogativi dopo la fine dei titoli di coda.
La stessa cosa succede per questo Magic Magic: un film di catalogazione impossibile perchè non è horror, non è thriller, non è semplicemente un film di genere drammatico, non è il classico film che racconta un percorso di crescita e di formazione, quel coming of age narrato già tante volte al cinema.
Per riassumere e in modo anche superficiale si può dire che racconta una personalità disturbata che arranca per giungere a una normalità agognata disperatamente ma che poi crolla , implode con effetti catastrofici.
In Magic Magic domina incontrastata l'ambiguità perchè se è vero che Alicia ( una Juno Temple sempre più specializzata in ruoli disturbati e disturbanti a cui si immola anima ma soprattutto corpo) ha bisogno come dell'aria che respira di una seduta da uno psicoterapeuta, uno bravo però, i suoi amici, tutti a lei sconosciuti prima dell'inizio della gita in quanto il suo unico gancio, la cugina, sparisce a tempo di record, non è che brillino per simpatia particolare e hanno un comportamento strano, a volte ingiustificabile.
O forse sono tutti film proiettati nella menta di Alicia.
Anzi sembra succedere proprio poco in Magic Magic, per la maggior parte degli spettatori sembrerà che non accada proprio nulla.
In realtà c'è uno slittamento continuo della percezione in Alicia, la sua mente è un puzzle impossibile da ricomporre, un mosaico impazzito in cui le tessere compongono figure mostruose.
E poi c'è il fattore curiosità : vedere come si comportano icone del cinema indie / giovane americano come Juno Temple, Emily Browning o Michael Cera (nei panni di Brink, forse il personaggio più ambiguo di tutti a partire da una dubbia identità sessuale, il vero artefice di questo film, anche coproduttore e amico di Sebastian Silva) in un film ambientato nella Patagonia cilena in modo molto suggestivo.
Magic Magic è un film volutamente oscuro in determinati passaggi ( anche il finale lo è) ma non sente l'ansia di fornire spiegoni circostanziati allo spettatore.
Resta tutto indeterminato un po' come se ci trovassimo tutti ad un party nella mente di Alicia.
Nel bel mezzo di un incubo senza fine....
( VOTO : 7 / 10 )