Ho trovato un bell'articolo che sottolinea la relazione tra gli studi sulla componente psichica del feto che si sviluppa nell’utero materno e i passaggi di questo racconto evangelico. Oggi è possibile riconoscere anche per la vita prenatale caratteristiche sensoriali ed emozionali ben definite, pur prive di consapevolezza e razionalità e ritroviamo già tutti questi elementi in questo episodio.
Leggiamo che al saluto di Maria la cugina Elisabetta avverte il sussulto del bambino che porta in grembo, ed è definito con molta precisione, un sussulto di gioia; l’udito fetale di colui che diverrà Giovanni Battista e le reazioni comportamentali provocate dal saluto, esprimono con molta chiarezza quanto oggi sappiamo della vita psichica prenatale.
Lo studio psicanalitico della gravidanza ha messo in grande risalto la grande sensibilità della madre indotta dalle modificazioni neuro-ormonali caratteristiche di questo periodo. In particolare per la madre di parla di trasparenza psichica (Bydlowski) durante la gravidanza e di periodo sensibile nel primo periodo dopo il parto (Winnicott, Stern, Cramer, Lebovici). A questa particolare condizione psichica, oggi considerata caratteristica di ogni gravida, non sembrano poter sfuggire neppure le due cugine, Maria ed Elisabetta, che stanno vivendo insieme l’esperienza di mettere al mondo un bambino. La nuova sensibilità emozionale di Elisabetta produce il saluto a Maria che tutti noi recitiamo nell’Ave Maria senza però la consapevolezza che tale invocazione è nata dall’intimo di una donna nel pieno della sua gravidanza.
Lo stato di trasparenza psichica di Maria sembra all’origine della lode del Magnificat. In questa formidabile e ispirata invocazione è facile individuare elementi di elevata sensibilità e poesia, accompagnati da immagini più concrete caratterizzate da forza e lucidità. Nel Magnificat Maria sembra rivolgersi a Dio e nel contempo anche al bambino che porta dentro di se, proprio come una giovane madre che sente la propria creatura come una parte di se dalla quale dovrà però riuscire (almeno in parte) a separarsi. Nel Magnificat Maria descrive il mondo nuovo voluto da Dio per gli uomini, ma canta anche il mondo che lei, come ogni madre, vuole per il suo bambino.
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