Se il suo film precedente riportava una storia personale, ispirata a fatti realmente accaduti direttamente a lei nella vita privata, in "Mains Dans la Main" la realtà lascia spazio alla magia e l'unione sentimentale di una coppia non trova più rafforzamento nella condivisione di una dramma doloroso ma nell'accadimento di un magico evento che dopo un bacio accidentale costringe misteriosamente due perfetti sconosciuti a rimanere incollati l'uno con l'altra e a vivere unificati da una spessa corda invisibile ma impossibile da tagliare.
Parliamo di due personalità distantissime, che mai la vita da sola sarebbe riuscita a legare onestamente, eppure in un gioco fuori da qualunque regola, entrambi comprendono a piccoli passi quanto l'evento inspiegabile e maledetto capitato loro porti a benefici utili seppur inizialmente neppure cercati. Hélène e Joachim allora superano spontaneamente l'impulso dell'invadenza e cominciano a piacersi, a convivere e a cambiare senza neppure accorgersene, mutando oltre che loro stessi anche le persone care più strette che, nell'assurdità della vicenda, sono obbligate ad assistere e a subire di riflesso lo strampalato rapporto.
"Mains Dans la Main" diventa così una favola perennemente in bilico tra fantasia e realtà, in cui destini vengono stravolti, scelte importanti vengono compiute, paure vengono affrontate e i propri limiti accettati. Tutto a favore di una formula affollata di leggerezza e impaziente di strappare risate a ripetizione mentre nel frattempo è impegnata a cucire il percorso di maturazione dei protagonisti.
In fondo si tratta solo di un simpatico e del tutto atipico colpo di fulmine, messo li a dire, metaforicamente (e non solo), che alcune coppie sono destinate a finire insieme e a non lasciarsi per tutta la vita. Discorso valido sia nella buona che nella cattiva sorte.
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