Dai, facciamo questo odiosissimo paragone. Lo so che non si dovrebbe fare, che nella mente degli autori Lip service è quanto di più lontano possibile da the L word, che non vuole esserne la continuazione, l'avversario, la controparte d'oltreoceano. Lo so. Ma non prendiamoci in giro. Non so quante di voi stiano guardando il telefilm inglese, né quale sia il vostro parere a riguardo, ma il mio è piuttosto contraddittorio. Per quanto mi faccia piacere che ci sia in onda un telefilm a tematica lesbica, non riesco ad esserne del tutto soddisfatta. Né del tutto insoddisfatta, c'è da dire. I pro e i contro sono diversi, e benché non si pareggino, si battono ...Andiamo per gradi.La trama è banale. Le cose vanno esattamente come ci si aspetta, dalla caratterizzazione dei personaggi agli sviluppi della narrazione.Il mondo è gay, come giustamente faceva notare Etwas nel suo post di qualche giorno fa. La ragazza dell'agenzia funebre, la presentatrice televisiva, la ragazza che ruba in libreria: gay. Questi telefilm fanno sembrare inutili i locali gay. Perché pagare ingresso e consumazione quando si può facilmente pescare dal mucchio?Da notare: inserire due maschi etero tra i personaggi secondari non è rappresentare il mondo etero, se questi personaggi si comportano come lesbiche col pene. Non c'è contrasto, non c'è confronto. Non c'è, nemmeno, utilità.D'altro canto, però, Lip service ha più i piedi per terra. Le ragazze sono meno belle (non me ne vogliano), meno ricche, meno cool nel lavoro e nella vita sociale, con case che tutto sommato si potrebbero permettere (eccenzion fatta per il loft di Frankie a New York).A fare il paragone, direi che Lip service è meglio delle ultime stagioni di the L word, ma decisamente peggio della prima (che, per me, è un'entità separata dal resto).Lip service ha la naturalità tipica dei prodotti inglesi (vedi Queer as folk uk, Skins, ma anche Sugar rush), ma non ha la forza che era stata di Queer as folk, e non solo perché è venuto dopo. The L word (e qui parlo della prima stagione, che ha fatto la differenza) era un prodotto qualitativamente superiore, come trama, regia, colonna sonora. Io, quella colonna sonora, l'ascolto ancora oggi, mentre scrivo questo post.E devo ammettere che un po' the L word mi manca.Ecco, l'ho detto.
Dai, facciamo questo odiosissimo paragone. Lo so che non si dovrebbe fare, che nella mente degli autori Lip service è quanto di più lontano possibile da the L word, che non vuole esserne la continuazione, l'avversario, la controparte d'oltreoceano. Lo so. Ma non prendiamoci in giro. Non so quante di voi stiano guardando il telefilm inglese, né quale sia il vostro parere a riguardo, ma il mio è piuttosto contraddittorio. Per quanto mi faccia piacere che ci sia in onda un telefilm a tematica lesbica, non riesco ad esserne del tutto soddisfatta. Né del tutto insoddisfatta, c'è da dire. I pro e i contro sono diversi, e benché non si pareggino, si battono ...Andiamo per gradi.La trama è banale. Le cose vanno esattamente come ci si aspetta, dalla caratterizzazione dei personaggi agli sviluppi della narrazione.Il mondo è gay, come giustamente faceva notare Etwas nel suo post di qualche giorno fa. La ragazza dell'agenzia funebre, la presentatrice televisiva, la ragazza che ruba in libreria: gay. Questi telefilm fanno sembrare inutili i locali gay. Perché pagare ingresso e consumazione quando si può facilmente pescare dal mucchio?Da notare: inserire due maschi etero tra i personaggi secondari non è rappresentare il mondo etero, se questi personaggi si comportano come lesbiche col pene. Non c'è contrasto, non c'è confronto. Non c'è, nemmeno, utilità.D'altro canto, però, Lip service ha più i piedi per terra. Le ragazze sono meno belle (non me ne vogliano), meno ricche, meno cool nel lavoro e nella vita sociale, con case che tutto sommato si potrebbero permettere (eccenzion fatta per il loft di Frankie a New York).A fare il paragone, direi che Lip service è meglio delle ultime stagioni di the L word, ma decisamente peggio della prima (che, per me, è un'entità separata dal resto).Lip service ha la naturalità tipica dei prodotti inglesi (vedi Queer as folk uk, Skins, ma anche Sugar rush), ma non ha la forza che era stata di Queer as folk, e non solo perché è venuto dopo. The L word (e qui parlo della prima stagione, che ha fatto la differenza) era un prodotto qualitativamente superiore, come trama, regia, colonna sonora. Io, quella colonna sonora, l'ascolto ancora oggi, mentre scrivo questo post.E devo ammettere che un po' the L word mi manca.Ecco, l'ho detto.
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