Malamore

Creato il 24 febbraio 2013 da Davideciaccia @FailCaffe

Dopo aver visto un videoclip in cui la magnifica Dita VonTeese ispira l’amore proibito, mi è venuta in mente una storia che parla di qualcosa che si tratta con i sensi più che con le parole. gli amori strani, immotivati, impossibili, possiedono quel fascino che cerchiamo nella nostra vita.

di aldopalmisano

quei giorni in cui fa ancora freddo e pioviggina, quando la gente indossa sciarpe e maglioni stretti fra le braccia di Febbraio.

Alla fermata, senza ombrello perchè se l’è scordato a casa, c’è lui che aspetta il 15. l’acqua gocciola con ritmo sul cappuccio di cordura; mentre prova a coprirsi sotto la pensilina dei bus che non arrivano, il suo stomaco gli ricorda che non ha ancora fatto colazione.

Capitano i giorni della speranza, mattinate di sole orgoglioso splendono e riscaldano da lontano le nostre biciclette attaccate ai pali; viaggiamo tutti molto meglio.

Ah… passerà questo inverno? Si potrà ricominciare a fare i ciovani sulle biciclette usate comperate al sabato mattina, torneremo tutti a sbronzarci al parco prima delle sette e a lasciare stesi fuori i panni per più di una settimana.

Ma ora, in uno dei lunedì in cui non resta che aggrapparsi ai termosifoni, se si vuole uscire bisogna fare attenzione alle pozzanghere, quelle larghe vicino alle fermate, e agli stronzi che ci sfrecciano dentro mentre cambi canzone all’Ipod.

Due fermate dopo c’è Lei in piedi. Indossa uno di quei fighissimi trench beige che vedi sui manichini dei negozi.

Lui, la coda del suo occhio e quella di tutti gli altri l’hanno già arpionata mentre entra, qualcuno mette a scaldare l’olio.

Lei, poggiando una mano al ferro del bus, aggiusta la gonna che le è salita un po’ su e mormora qualcosa al telefono con una voce non troppo bassa.

Come mantiene la borsa, come parla al telefono, quei tacchi neri…  le uova sono in padella.

Il fascino di una quarantenne riesce sempre a riportare all’attenzione dei passeggeri le cose per cui tutti ogni giorno ci facciamo il mazzo, traspira dai tessuti dei sedili scivolando per i corrimano in ferro; cos’altro lascia immaginare con quello chignon che tiene su i capelli, che lascia il collo nudo, con lo smalto che rosso più del vino provoca già le vertigini.

Mentre lui la fissa, lei raccoglie a metà strada quegli importuni occhi verdi, facile come in un deserto dove più nulla è in mezzo, dove già si può vedere a chilometri quel mare.

Un intimo, eterno attimo.

La linea delle labbra piega verso l’alto, è così rossa quella curva sulla liscia pelle bianca che lui trattiene il respiro. Si comincia a fumare per molto meno, e in questo caso sarebbe servita più di una sigaretta.

Tre fermate in giù Lei è già fuori, persa fra la folla di piazza Castello, ma almeno la frittata è pronta. Così piccolo il mondo, così grande la città, dalla realtà spesso non se ne esce vivi.

Cosa è successo davvero? Cosa importa. Per costruire un mondo su misura i mattoni bisogna farseli da soli.

Le suggestioni contano di più, lasciano sfogare i migliori momenti nelle tante declinazioni del pensiero, evocate dai profumi di un corpo che intero partecipa alla danza della realtà.