In un bosco di castagni di un paese dell'Appennino tosco-emiliano, Adùmas, un vecchio montanaro, attende la sua preda, come ogni giorno. Ma quel giorno non sarà come tutti gli altri, vedrà una bestia diversa: è un cinghiale che tiene tra le fauci un piede umano!
Il vecchio andrà a raccontare subito in paese quanto ha visto, ma nessuno gli crederà; Adùmas del resto era solito bere sempre un bicchiere di troppo!
Gli crederà invece Marco Gherardini, detto Poiana, giovane ispettore della Forestale, che inizierà da subito le ricerche del cadavere senza un piede.
In paese però nessuno sembra scomparso, tutti rispondono all'appello di Poiana. Il mistero si va pian piano infittendo.
La ricerca del corpo metterà l'ispettore di fronte a una rete intricata di relazioni e affari tra i notabili del luogo: un impresario edile, un ex sindaco che ora possiede un'agenzia immobiliare e un maresciallo dei carabinieri che non brilla certo per intelligenza. Questi si riveleranno i principali sospetti. Così come sospetto è l'incendio che divampa qualche giorno dopo l'avvistamento di Adùmas: un disastro che sembra provocato ad arte per cancellare qualcosa...Ma qualcosa non viene del tutto cancellato; si rivelerà un cadavere bruciato, ma con entrambi i piedi!
All'improvviso sembra che tutti abbiano qualcosa da nascondere: i due fratelli tunisini Haled e Samir, impiegati da Badilone, l'impresario edile, Salvatore e la sua squadra di operai del sud, il medico del paese, un'elfa che vive solitaria con la figlia in alta montagna. Un'umanità varia che si ritrova ogni giorno a mangiare e bere nella trattoria di Benito.
Poiana, con l'aiuto di Francesca, una studentessa di Bologna in fuga dalla città, riuscirà, dopo molte sorprese, a fare chiarezza sull'accaduto e porterà alla luce non poche gelosie e persino uno strano piano regolatore.
Qualcuno diceva che ci sono libri che hanno un profumo tutto loro. Questo è uno di quelli. E' un libro che profuma di bosco dall'inizio alla fine.
E' una storia intricata, ma senza colpi di scena. E' una storia di massacri umani e ambientali. E' un canto alla montagna del nostro appennino.
Trovo bellissimo il particolare dell'origine del nome di Adùmas; suo padre, appassionato dei Tre Moschettieri, lo chiamò come l'autore, un certo A.Dùmas, un punto in più o in meno non fanno molta differenza.
Trovo bellissima e molto adatta anche la scelta della copertina.
Fa piacere, una volta tanto, leggere dei "gialli" italiani e ben scritti. Il fascino della nostra lingua è ineguagliabile e i vocaboli "regionali" uitlizzati in questo caso non mancano di renderla più affascinante.
Chi ha già letto altri libri della coppia Macchiavelli-Guccini dice di essere rimasto un po' deluso da quest'ultima uscita. Io non ne ho letto altri è vero, ma "Malastagione" mi è piaciuto molto; è piacevole da leggere, molto scorrevole e con un finale per niente scontato.
Unica pecca: edito da Mondadori. :)