Magazine I nostri amici animali

Malattia cronica felina delle piccole vie aeree (asma felina), Jakil gatto di 6 anni trattato con l’omeopatia unicista

Da Olikos

asma_felina-2La malattia cronica felina delle piccole vie aeree comprende una serie di alterazioni che colpiscono le piccole vie aeree (i bronchioli) all’interno del polmone. Questa condizione è anche conosciuta come bronchite cronica, malattia allergica delle vie aeree, bronchite allergica e asma. Alcuni casi mostrano notevoli somiglianza con l’asma dell’uomo, e per questo si parla di “asma felina”, ma nella maggioranza dei casi non è provato che la causa sia di tipo allergico. Può infatti essere implicata l’inalazione di agenti irritanti, come il fumo di sigaretta, il polline o la polvere. Le vie aeree rispondono alla presenza di un agente irritante contraendo la muscolatura liscia al fine di evitare che questo possa penetrare nel polmone, producendo muco per intrappolarlo, e attraverso la tosse per cercare di espellerlo. La contrazione della muscolatura, la produzione di muco e la tosse sono tutti fattori che determinano il restringimento delle vie respiratorie rendendo difficoltosa la respirazione. La malattia può colpire gatti di ogni età, sesso e razza, sebbene sia più frequente in soggetti giovani e di età media. La razza siamese sembra essere particolarmente predisposta. I segni clinici variano da tosse cronica e/o respiro affannoso fino al manifestarsi di attacchi improvvisi di respiro difficoltoso senza precedenti segni clinici. Si può assistere anche ad un aumento della frequenza respiratoria (30-40 atti respiratori al minuto) e a sforzo respiratorio (soprattutto durante la fase dell’espirazione). La sintomatologia può non essere costante oppure moderata al punto tale che il proprietario non la nota anche per molto tempo. Per la diagnosi occorre ricordare che molte altre patologie possono dare segni clinici simili, tra queste, per esempio, infezioni batteriche, corpi estranei, patologie cardiache, parassiti delle vie aeree e neoplasie polmonari. Bisogna quindi escluderle prima di poter effettuare una diagnosi corretta. E’ necessario effettuare un esame radiografico del torace, che di solito mostra un quadro di ispessimento delle pareti dei bronchioli (piccole vie aeree) e di aria intrappolata all’interno delle vie aeree; quest’ultima condizione si verifica perché a causa della contrazione delle vie aeree l’aria che penetra durante l’inspirazione non riesce ad essere esalata. I polmoni quindi appaiono più grandi rispetto ai polmoni normali, in quanto iperinsufflati. Il diaframma può anche apparire schiacciato. Non tutti i gatti comunque manifestano questo quadro, e talvolta le immagini radiografiche appaiono nella norma. Un’altra tecnica diagnostica molto utile è la broncoscopia, in cui un endoscopio a fibre ottiche viene introdotto all’interno delle vie aeree per averne una visualizzazione diretta. In alcuni gatti affetti da questa patologia le vie aeree appaiono coperte di muco, ispessite e iperemiche (arrossate), mentre in altri possono apparire normali. Nel gatto è ovviamente necessario utilizzare un endoscopio di dimensioni molto ridotte e di solito questo tipo di esame viene effettuato solo da centri specialistici. Il passo successivo spesso comporta il lavaggio broncoalveolare; il liquido che si ottiene tramite questa tecnica viene osservato al microscopio per indagare la presenza di diversi tipi di cellule infiammatorie, batteri o eventuali cellule cancerogene. Nella patologia cronica delle piccole vie aeree spesso sono presenti numerose cellule infiammatorie. La prognosi dipende dalla gravità della patologia e dalla tempistica con cui si inizia il trattamento. Nella maggior parte dei casi i gatti rispondono bene alla terapia, ma se questa non viene iniziata tempestivamente si possono verificare degli attacchi acuti molto gravi che possono essere fatali per l’animale. Inoltre, se la condizione è cronica e non si comincia il trattamento in tempi brevi, si può incorrere in una fibrosi irreversibile delle vie aeree. La terapia prevede classicamente l’utilizzo di antinfiammatori, corticosteoidi, antibiotici, broncodilatatori e mucolitici.

Invece Jakil è guarito con l’omeopatia unicista, cioè mediante l’utilizzo di un rimedio unico. 

La storia di Jakil:

1° attacco a Pasqua di 3 anni fa, era blu, lingua fuori, cianotico . Ha fatto il bronco dilatatore ma stava peggio. Abbaimo provato molti broncodilatatori ma peggiorava!!! Dopo questo evento aveva crisi ogni mese. Ha fatto una broncoscopia e diverse radiografie al torace che fecero emergere una broncopatia cronica. Ha fatto cicli di antistaminici e prende vetsolone 3/4 cpr al giorno dal 6-11-2013. Ma continua ad avere le crisi. Prima erano ogni mese, poi ogni 20 giorni, poi ogni 10 giorni, poi ogni giorno. Con l’inalatore di antinfiammatori e broncodilatatori sta meglio, ma appena sospendo ha la crisi.

La crisi viene quando entra in casa, quando esce sta bene, anche se ci sono i pollini. Quando piove sta peggio, ha crisi continue , anche più volte al giorno, diventa cianotico e sembra soffocare.

E’ arrivato a casa appena svezzato. E’ stato allattato dalla mamma. Da cucciolo ha avuto una polmonite, proprio a cavallo tra il 1° e 2° vaccino. Dopo 6 mesi ha fatto una pancreatite, trattata con antibiotici. A 2 anni e mezzo è caduto dal balcone riportando la frattura della sinfisi mandibolare. E’ stato castrato, Fiv e Felv negativo.  E’ stato sverminato più volte. Vive in casa e fuori. Asma: comincia a tossire con la lingua fuori, ha un po di bava, comincia con un attacco di tosse, dopo 10 minuti e parte col broncospasmo. Solitamente comincia alle 8 di sera, ma l’attacco vero e proprio è alle 3 di notte. Di norma facciamo cortisone, ma ci impiega 3 ore a normalizzarsi. Il giorno dopo è distrutto.

Jakil- campo oscuro
E’ affettuoso, tutto una fusa, ti si siede addosso, molto coccolo. Tendenzialmnte un po prepotente, sottomette i cani, si sdraia nella cuccia del cane e sta li.

Cibo: mangia crocchette per gatti sterilizzati, sheeba, carne cruda fresca, pollo cotto formaggino.

Ciuccia i capelli e la barba.

Viene effettuato un prelievo di sangue per la ricerca di parassiti occulti ed effettuato una ricerca tramite microscopia in campo oscuro. Tale esame mette in evidenza la presenza di batteri a forma di cocco e a forma di bastoncelli, come si legge nella foto a fianco. Questo tipo di esame lo propongo sempre in caso di patologie ad andamento cronico, patologie neoplastiche, forme allergiche e patologie che non rispondono bene alle normali terapie convenzionali o omeopatiche. Il referto non è vincolante per la scelta del rimedio da utilizzare.

Terapia: Drosera 30 CH 5 gocce in poca acqua da dare da bere una volta al giorno.

Follow-up: a 3 mesi dall’inizio della terapia con Drosera, Jakil non ha più avuto alcun sintomi riferibile a broncospasmo o broncopatia.

La Drosera è una pianta carnivora.  Le Drosere comprendono oltre 100 specie, sono cosmopolite e sono state ritrovate in tutti i continenti ad eccezione dell’Antartide, meno frequentemente nei climi temperati e in quelli artici. Le origini del genere Drosera si pensa siano state in Africa o in Australia. In Europa abbiamo solo tre specie: D. intermedia, D. anglica e D. rotundifoliaDrosera rotundifolia è una pianta erbacea perenne con foglie a forma di rosetta basale a lamina arrotondata provviste di peli ghiandolari rossi sulla superficie che secernono un liquido vischioso e zuccherino che attrae gli insetti che restano avvinghiati sulla loro superficie e come tali digeriti. Il nome deriva dal greco “Drosos” = “rugiada” a seguito delle goccioline trasparenti e luccicanti e per questo è conosciuta con l’appellativo volgare di “Rugiada del sole”. Da segnalare che i fiori sono autoimpollinanti, la pianta cresce in stagni, torbiere, terreni paludosi, l’apparato radicale è composto da piccole radici che non penetrano in profondità nel terreno. Predilige terreni acidi.  Le Drosere erano conosciute ed usate come erbe medicinali fin dal dodicesimo secolo, quando un dottore italiano della Scuola di Salerno, dr. Matteo Plateario descrisse nel suo compendio “De medicinis simplicibus” la pianta come un rimedio erbaceo per la tosse, con il nome di “Herba sole”. Una copia originale viene tutt’ora conservata nella Biblioteca Nazionale a San Pietroburgo ed è considerato un codice singolare non solo per le sue illustrazioni quanto perché riuniva le conoscenze mediche dell’antichità, dal mondo arabo, greco, islamico con quelle medioevali europee.

drosera 2

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :