Malattia trasparenza

Creato il 28 febbraio 2012 da Albertocapece

Chissà quanto costerebbe una resurrezione di Lazzaro... senza il lucro della politica forse una cifra abbordabile

Licia Satirico per il Simplicissimus

La manomissione della parola diventa, alla lunga, manipolazione chirurgica dell’idea che la parola stessa esprime: alla fine il concetto, lungi dal manifestarsi, si eclissa fino a scomparire. Dando una rapida scorsa alle testate giornalistiche, i termini chiave del tempo presente sembrano essere efficienza, equità e trasparenza. Dall’efficienza, in base ai messaggi mediatici dei nostri “tecnici”, potrebbe derivare la riduzione dei sacrifici necessari. È di poche ore fa l’annuncio del premier di una possibile riduzione delle tasse come conseguenza della lotta all’evasione fiscale, che ha finalmente consentito il recupero di dodici miliardi di euro: annuncio che fa passare in sordina l’aumento consistente dell’addizionale regionale Irpef sui nostri stipendi. Sempre di oggi è la notizia, riportata da Repubblica.it, secondo cui gli italiani avrebbero digerito – anzi, “assorbito” – il rospo della manovra salva-Italia, riportando la fiducia in Monti al 59 %: è il ritorno di fiamma dei sondaggi su cui si è retta, per tanto tempo, la credibilità di Silvio Berlusconi. Tanto sarebbe dovuto bastare a seppellire i sondaggi nell’ambito delle rilevazioni improbabili, credibili come gli zombie ad Halloween: invece le statistiche tornano come i boomerang e ci fanno sapere che siamo contenti.

L’equità è senz’altro la chimera più sofisticata: la spending review impone una politica di tagli alla spesa pubblica che trova il suo contraltare nella soft review dei sacrifici richiesti alla Chiesa. Abbiamo scoperto che anche le scuole cattoliche “profit” pagheranno l’Imu, a meno che non siano in passivo (ma Dio perdona i bilanci in rosso senza pregiudiziali ideologiche). Abbiamo compreso, infine, la ragione di tanta indulgenza: la ministra Fornero attribuisce la nascita del welfare al volontariato religioso, ai santi sociali come Don Bosco. Ora comprendiamo la genesi dell’accanimento contro l’articolo 18, che rientra negli orizzonti assistenzialistici di santi laici come lavoratori, sindacati e magistrati. La natura eretica dell’articolo 18 sarebbe alla radice anche dei nostri salari bassi (quelli su cui imperversano le addizionali regionali), generando un cuneo fiscale superabile solo abbattendo le tutele. Non resta che chiedere alla Chiesa cattolica di prendere l’articolo 18 sotto la sua ala protettrice, almeno per indurre la nostra ministra del lavoro a più miti consigli.

Ma è la trasparenza il concetto più ambiguo, nato per rendere palesi redditi e rendiconti fino a generare tre paradossi. Il primo è quello di fare accettare socialmente la disparità di reddito tra governanti e governati, quasi che la trasparenza consentisse di apprezzare anche la limpidezza di chi ci amministra dall’alto di un censo inarrivabile. Il secondo è quello, caro a Edgar Allan Poe, del nascondere in piena vista ciò che può essere intestato ad altri. Il terzo aspetto surreale è la sua eterogenesi: la trasparenza del mezzo si trasfigura spesso in un’opacità mortificante del fine. La “trasparenza” porterà, ad esempio, la Regione Lombardia a comunicare ai pazienti delle sue strutture sanitarie, inclusi quelli che pagano il ticket, il costo delle prestazioni mediche effettuate in loro favore: una specie di “conto retroattivo” con cui l’ente pubblico manifesterà al cittadino quanto si sia preso cura di lui. L’operazione è accolta con entusiasmo dall’assessore regionale alla Sanità, Luciano Bresciani: occorre avere responsabilizzante consapevolezza di quanto spendiamo per curarci, evitando abusi e strumentalizzazioni.

Grazie a questa nuova corrente di pensiero apprendiamo che la sindrome del tunnel carpale costa al Pirellone 898,42 euro, che una biopsia dell’utero genera un esborso di 945 euro e che una circoncisione supera i 1000 euro. L’immaginazione si scatena sui costi della circoncisione nelle varie regioni d’Italia. Impossibile non domandarsi, però, quale sarà l’espressione di un malato di cancro quando la solerte regione Lombardia gli comunicherà il costo di esami diagnostici, degenza, intervento, radio e chemioterapia, per generare nel beneficiario una responsabilizzante consapevolezza degli sforzi economici sostenuti in suo favore.

La trasparenza non è solo una svista del commercialista o un’operazione di immagine. Passa anche attraverso la perdita di significato di dati contabili dietro i quali si giocano la vita o la morte. Le parole sono fondamentali: abusarne significa trasformarle in fantocci. Come sta accadendo ai diritti.


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