Malawi /Un campus universitario "molto discusso"

Creato il 04 dicembre 2012 da Marianna06

S’inaugurerà a giorni, in Malawi, l'università voluta dall’ex- presidente Mutharika,oggi scomparso, e costruita con denaro cinese.

Esattamente si tratta di un prestito, fatto a suo tempo dalla Cina, di 79 milioni di dollari.

L’università, già nota per l’acronimo “Must”, comprende le facoltà di medicina, tecnologia, cambiamenti climatici e scienze della Terra e sorge in un ampio territorio ai confini con il Mozambico. Ed ha la struttura architettonica di un “campus” (3500 posti letto e 8 ostelli).

Lo scopo è quello di dare l’opportunità a tanti giovani di poter frequentare corsi universitari, acquisire specializzazioni e quindi competenze,che consentano loro di entrare poi nel mondo del lavoro.

Il Malawi tuttavia, è cosa nota,che è un paese molto povero,dove la stessa agricoltura non sempre mantiene rendimenti costanti, specie per le bizzarie del clima.

Pertanto buone annate si alternano alle cattive e gli stomaci  restano spesso tristemente vuoti.

Le polemiche, che sono sorte in relazione alla costruzione del “Must”, ecco che scaturiscono dalla  più che  tangibile povertà della maggior parte  delle famiglie del Malawi, cosa che non è mistero per nessuno.

Per esempio si sono lamentati fortemente i partiti di opposizione ma bisogna anche dire che, per un cambiamento reale della situazione, occorre comunque un punto di partenza.

Ci si augura solo, pensando in positivo, che le rette non siano da capogiro e che i frequentanti non finiscano per appartenere alla solita ristretta cerchia di privilegiati come accade,quasi sempre, in questi casi.

Per concludere è giusto ricordare che, accanto ad una modestissima alfabetizzazione primaria in generale, il Malawi ha un elevato tasso, uno dei più alti in Africa, di analfabetizzazione informatica.

E questo è un grosso handicap per le future generazioni in prospettiva dell’inserimento nel mondo del lavoro.

Perciò, ben venga “Must”.Toccherà alle politiche scolastiche del luogo saperlo poi gestire con giustizia, correttezza e competenza.

Cioè senza fare “figli e figliastri”.

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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