Il Malawi è tra i Paesi più poveri dell'Africa per cui, accanto alle disagevoli condizioni di vita della maggioranza della popolazione, non è difficile immaginare come si possa vivere, ad esempio, nelle carceri.
Ai piedi dell'altipiano, che domina la vallata di Zomba, c'è infatti un carcere duro che ospita da molto tempo, in condizioni disumane, uomini e donne che si sono macchiati di terribili reati come possono essere degli omicidi ma anche che hanno commesso dei furti oppure sono semplicemente rei d'essere omosessuali o lesbiche.
Ebbene queste persone hanno provato a riscattarsi attraverso la musica.
E, a quanto pare, ci sono riuscite.
La musica è stata ed è per loro la speranza di un futuro differente dal presente e,sopratutto, la possibilità di un riscatto in termini di dignità umana.
Hanno ottenuto la nomination ai "Grammy Awards" del 15 febbraio a Los Angeles.
Tutto è accaduto perché un produttore americano, un certo Ian Brennan, ha creduto in loro e, nel 2013, per dieci giorni di fila ha registrato suoni e voci dei musicisti-detenuti del carcere di Zomba.
Il risultato è "I have no everything here" (Non ho tutto qui).
Sono venti brani di atmosfera blues, realizzati con gli strumenti i più disparati, eccentrici e informali.
Come possono essere dei secchi capovolti utilizzati per le percussioni.
Un successo certo che consentirà, a chi al momento la ignora, di poter conoscere e apprezzare la potenziale ricchezza di un Paese, che non può esprimere i propri talenti, perché in Malawi non esiste un conservatorio, che permetta a giovani talentuosi di avvicinarsi alla musica.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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