Malaysia Airlines: caccia al responsabile
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Botta e risposta tra Ucraina e Russia, che entrambi si dicono estranei all’abbattimento del volo MH 17, colpito da un missile giovedì scorso, e precipitato subito dopo nella linea di confine tra Russia e Ucraina. A bordo erano presente duecentonovantacinque persone, delle quali nessuna si è salvata.
Secondo Mosca, è stato avvistato un caccia dell’esercito ucraino alzarsi in volo e seguire il velivolo civile, per poi lanciare un missile che lo ha colpito. Dunque, la Russia incolpa il vicino per quanto accaduto, e il Presidente Putin assicura che non sono stati dati missili Buk ai ribelli separatisti, ovvero il tipo di missile che ha abbattuto il Boeing 777.
Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti, ha invece chiesto, o imposto, al Presidente Putin di lasciare che le indagini proseguano senza problemi, per le quali si era anche chiesta una tregua tra la guerra che continua da mesi al confine dei due Stati.
Ma molti Paesi europei puntano il dito verso la Russia, che è sospettato anche di fornire le armi ai separatisti, mentre Mosca di tutta risposta accusa Kiev di usare violenza verso i ribelli. Ora c’è anche pressione da parte dell’UE affinchè i ribelli permettano le indagini senza inquinare le prove o avvinarsi troppo al relitto, attorno al quale era già stato imposto un perimetro da non oltrepassare di una decina di chilometri.
Le Nazioni Unite intanto si preparano a organizzare una missione e portare avanti le indagini, studiando un modo per impedire che gli inviati sul luogo dello schianto siano bersagli dei ribelli da una parte e dall’esercito ucraino dall’altra.
di Alessandro Bovo
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